Papa in Iraq: conferenza stampa aereo, “i viaggi si cucinano nel tempo nella mia coscienza”

“Io per prendere una decisione sui viaggi ascolto. Ascolto i consiglieri e alla fine prego, rifletto tanto, in alcuni viaggi io rifletto tanto. Poi la decisione viene da dentro, di pancia, quasi spontanea ma come frutto maturo. È un percorso lungo. Alcuni sono più difficili o più facili”. Così il Papa, nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Baghdad a Roma, ha risposto ad una domanda sulla genesi del suo viaggio in Iraq. “La decisione su questo viaggio viene prima dalla ambasciatrice, il medico pediatra che è ambasciatrice dell’Iraq, brava, brava, ha insistito”, ha rivelato Francesco secondo quanto riferisce Vatican News: “Poi è venuta l’ambasciatrice in Italia, lei è una donna di lotta. Poi è venuto il nuovo ambasciatore in Vaticano. Prima era venuto il presidente. Tutte queste cose sono rimaste dentro”. Il Papa, inoltre, ha dichiarato di essere stato colpito da un libro sulla storia degli yazidi, scritto da Nadia Mourad: “Racconta cose terrificanti. Io vi consiglio di leggerla, in alcuni punti potrà sembrare pesante ma per me questo è il motivo di fondo della mia decisione. Quel libro lavorava dentro. Anche quando ho ascoltato Nadia che è venuta a raccontarmi delle cose terribili… Queste cose insieme hanno fatto la decisione, pensando tutte le problematiche, tante. Ma alla fine è venuta la decisione e l’ho presa”.  “I viaggi si cucinano nel tempo nella mia coscienza”, ha sintetizzato Francesco: “Ho pensato tanto, ho pregato tanto su questo e alla fine ho preso la decisione liberamente, ma che veramente veniva da dentro. Ho preso la decisione così, ma dopo la preghiera, e dopo la consapevolezza dei rischi. Dopo tutto”. Quanto a possibili viaggi futuri, il Santo Padre ha risposto: “Non so se i viaggi si realizzeranno o no, solo vi confesso che in questo viaggio mi sono stancato molto di più che negli altri. Gli 84 anni non vengono soli, è una conseguenza ma vedremo. Adesso dovrò andare in Ungheria alla Messa finale del Congresso eucaristico internazionale: non una visita al Paese, alla messa. Ma Budapest è due ore di macchina da Bratislava, perché non fare una visita in Slovacchia? È così che vengono le cose”.

 

 

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