Otto marzo: Fondazione Missio, video racconta la storia di Agitu, allevatrice di capre uccisa a dicembre. Mons. Tisi (Trento), “ci insegna che i migranti sono risorsa”

“Agitu Gudeta, etiope, viene uccisa il 29 dicembre 2020 in Valle dei Mocheni a Trento da un suo collaboratore. ‘Aghi’ non era solo allevatrice di capre. Era molto, molto di più”. La vicenda dell’allevatrice di capre viene raccontata in un video promosso dalla Fondazione Missio e realizzato da “Luci nel mondo” in vista della Giornata dei missionari martiri del prossimo 24 marzo. Le testimonianze dei compaesani di Frassilongo, dei tanti amici e colleghi allevatori, del parroco don Daniele Laghi, del vescovo di Trento mons. Lauro Tisi, presentano la figura di una giovane donna immigrata che si era fatta voler bene per la sua capacità di tessere relazioni, di alimentare una visione positiva della vita, di “produrre” iniziative imprenditoriali e culturali.
La morte di “Aghi”, così la chiamavano i suoi amici, “ha scosso non solo il Trentino. Una morte assurda, senza una motivazione, se non una mensilità non saldata ad Adams che, con famiglia da mantenere in Africa, ha perso la testa e adesso piange la sua disperazione nel carcere di Gardolo in attesa di processo”, si legge sul sito della Fondazione Missio.
Agitu allevava capre, produceva latte, formaggi e creme che vendeva nella sua bottega “La capra felice” sotto casa a Frassilongo, ma anche in uno spazio che aveva aperto a Trento. “Adesso le capre di Agitu sono gestite da Beatrice Zott, una giovane della valle alla quale il sindaco ha chiesto una mano. Agitu non era solo un’allevatrice di capre con una storia curiosa perché la prima africana donna ad entrare in Valle die Mocheni con un gregge. Era molto, molto di più”, come racconta il video. Anche con la sua storia, imparando dal suo messaggio, si può vivere la Giornata internazionale della donna.

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