Brasile: un “miracolo indigeno” per la canonizzazione di Giuseppe Allamano. Suor Da Silva (testimone della guarigione), “avvenne 25 anni fa su uno Yamomami, assalito da un giaguaro”

“È un momento davvero emozionante – racconta da Boa Vista al Sir suor Maria Da Silva Ferreira, missionaria della Consolata e testimone del presunto miracolo, avvenuto 25 anni fa –. Per certi aspetti si tratta di una data storica”. Il riferimento è all’apertura, avvenuta ieri nella capitale dello Stato brasiliano del Roraima, della fase diocesana della causa di canonizzazione del beato Giuseppe Allamano, fondatore delle congregazioni dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, per il riconoscimento della guarigione miracolosa dell’indigeno Sorino Yanomami, dell’omonima etnia, attribuita all’intercessione del beato.
Naturalmente, nessuno ha in animo di anticipare i tempi della causa di canonizzazione, ma vale la pena fin d’ora di raccontare le circostanze della presunta guarigione miracolosa. “Era il 7 febbraio di 25 anni fa. L’indigeno Sorino, nella foresta, venne assalito da un giaguaro, che con forza gli strappò il cuoio capelluto. Ricordo che si ruppe in parte la scatola cranica, ci fu una fuoriuscita di materiale cerebrale, Sorino perse la vista, furono momenti di grande concitazione, chiamammo i medici e non si pensava di poterlo salvare. Iniziava in quei giorni la novena per il beato Giuseppe Allamano, e lo invocammo per la guarigione di questa persona. Fu trovato improvvisamente guarito e già allora si gridò al miracolo”.
Perché, dunque aspettare 25 anni? “All’epoca tutti i missionari della Consolata erano molto presi dall’attività con il popolo Yanomami, per aiutarlo a prendere coscienza della propria identità e dei propri diritti, anche oggi come allora, messi in pericolo da attività economiche come quelle dei garimpeiros i cercatori d’oro. Il nostro lavoro era al loro fianco, e stranamente nessuno ha pensato di andare avanti con il riconoscimento della guarigione. Il Sinodo per l’Amazzonia è stato importante per risvegliare questa cosa. Tra l’altro quello Yanomami è un popolo in pratica non evangelizzato, e il riconoscimento del miracolo sarebbe anche un riconoscimento dal Cielo della nostra pluridecennale attività a fianco di questa etnia, nel nome del dialogo e della promozione umana. In ogni caso, il beato Allamano diceva di fare le cose ‘bene, senza rumore e senza fretta’. Ed è quello che accade con questa causa”.

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