Otto marzo: Mattarella, “accendere un faro sulla cosiddetta violenza economica che esclude le donne”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Va acceso un faro sulle forme – meno brutali, ma non per questo meno insidiose – della cosiddetta violenza economica, che esclude le donne dal controllo e dalla gestione del patrimonio comune o che obbliga la donna ad abbandonare il lavoro in coincidenza di gravidanze o di problemi familiari”. Lo ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna al Quirinale.
Il Capo dello Stato ha fatto riferimento “all’odioso ma purtroppo diffuso fenomeno della firma delle dimissioni in bianco. Questioni gravi e dolorose, che incidono profondamente sulla vita delle donne. Questioni che richiedono, per essere risolte, il coinvolgimento attivo di tutti: uomini e donne, uniti, contro ogni forma di sopraffazione e di violenza, anche se larvata”.
Mattarella ha ricordato anche la “molta strada” fatta dal “ricorso di una donna tenace e coraggiosa – Rosa Oliva” che provocò “la cancellazione di una norma ingiusta e discriminatoria, in palese contrasto con la Costituzione. In quanto donna era stata esclusa da un concorso per il ministero dell’Interno”. “Oggi in alcuni ambiti del pubblico impiego si è verificato addirittura il sorpasso, e la percentuale di donne che vi lavorano è superiore a quella degli uomini”, ha osservato il presidente: “In Magistratura ad esempio. Come proprio al ministero dell’Interno. In realtà, non è sorprendente tenendo conto che la nella popolazione italiana le donne sono in un numero sensibilmente superiore a quello degli uomini”. “Se si guarda però ai livelli apicali la predominanza rimane ancora maschile. Così accade soprattutto ai vertici dei consigli di amministrazione di imprese e società pubbliche e private”.

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