Tratta: vescovi argentini, “pregare e lottare per una società senza schiavi. Dovere dello Stato eliminare ogni forma di sfruttamento”

“Pregare e lottare per una società senza schiavi o esclusi, in cui la dignità e la libertà di ciascuno sia riconosciuta e rispettata”. È la richiesta che arriva dalla Conferenza episcopale argentina, attraverso la Commissione per la pastorale dei migranti e degli itineranti (Cemi), in occasione della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta, che si festeggia oggi, nella memoria di santa Bakhita.
Prosegue la nota: “Purtroppo il crimine vergognoso e intollerabile della tratta di esseri umani danneggia gravemente la vita di tante persone. Questo periodo di isolamento a causa della pandemia acutizza questo crimine e lo rende più visibile e insostenibile in tanti volti di fratelli che ogni giorno vediamo soffrire e patire al nostro fianco”. I vescovi argentini fanno notare che “di fronte a questa tragedia, ci sono persone dal cuore volenteroso e attive che svolgono un grande lavoro silenzioso: congregazioni religiose, soprattutto femminili, organizzazioni ecclesiali e civili, e tanti volontari che da molti anni svolgono un servizio do aiuto alle vittime, soprattutto le più povere, con notevole efficienza. Assistenza, riabilitazione, reinserimento, promozione, accompagnamento, sono le risposte evangeliche a favore di questi esclusi. Questo lavoro instancabile e silenzioso richiede coraggio, pazienza e perseveranza”. Al tempo stesso, scrive la Cemi, “richiede anche un grande impegno a livello istituzionale. Lo Stato, che ha su questo la competenza a livello di legge, deve prendersi cura della vita, tutelare la vita, eliminare ogni forma di schiavitù o tratta e sfruttamento delle persone, non lasciando spazio alla corruzione e all’impunità. Lo speriamo e ce lo auguriamo”.

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