Coronavirus Covid-19: Fish, appello a Mattarella per garantire i vaccini a persone con disabilità non ricoverate in Rsa o Rsd

“Molte delle persone con disabilità rischiano di rimanere fuori dalle previsioni contenute nel piano vaccinale aggiornato il 3 febbraio dal Ministero della Salute a margine della Conferenza Stato-Regioni. Ossia, la buona parte di coloro che non sono ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) o nelle residenze sanitarie per disabili (Rsd) rischiano di rimanere senza vaccino; e ciò nonostante si tratti di persone che a prescindere dalla loro condizione di salute sono tra le più a rischio di essere contagiate e al tempo stesso di contagiarne altre; data l’impossibilità, appunto, di assicurare il distanziamento fisico”. È la denuncia odierna della Federazione italiana superamento handicap (Fish), che torna a chiedere chiarimenti alle istituzioni sulla possibilità che le persone con disabilità, a prescindere dalla gravita della loro condizione, possano avere la priorità tra quelle da vaccinare con urgenza.
Stavolta, la Fish si appella direttamente al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, perché “in questo momento delicato la sua attenzione verso le istanze e le aspettative delle persone con disabilità è di concreto sostegno per tutti”, si legge nella presa di posizione della Federazione: “La sua responsabilità istituzionale, quale supremo garante dei principi della Costituzione e dei Trattati internazionali, rappresenta la prima tutela per diritti umani e di cittadinanza di tutti i cittadini e le cittadine con disabilità”.
“A leggere la road map del nuovo piano vaccinale che è stato reso noto qualche giorno fa – dichiara il presidente della Fish, Vincenzo Falabella – manca ancora l’indicazione generalizzata per la disabilità, sulla quale continueremo ad insistere perché venga inserita come prioritaria”. Falabella precisa: “Non ci può certo andare bene, come Fish, che la soluzione resa nota dalle istituzioni sia quella di categorizzare o dividere per patologie la disabilità. Questa poteva sembrare una ipotesi più o meno adatta all’inizio, fino alla maggiore disponibilità dei vaccini, ma allo stato attuale, mentre il percorso vaccinale prosegue, non possiamo accettare che la modalità di somministrazione sia quella di fare figli e figliastri tra persone con diversi tipi di disabilità”.

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