Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “supportare le vittime della violenza in famiglia”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Esorto tutti, autorità pubbliche e società civile, a supportare le vittime della violenza nella famiglia: sappiamo purtroppo che sono le donne, sovente insieme ai loro figli, a pagare il prezzo più alto”. È l’appello del Papa, al termine del discorso al Corpo diplomatico, in cui ha fatto notare che “i lunghi periodi di confinamento hanno anche consentito di trascorrere più tempo in famiglia. Per molti si è trattato di un momento importante per riscoprire i rapporti più cari. Tuttavia, non tutti hanno potuto vivere con serenità nella propria casa e alcune convivenze sono degenerate in violenze domestiche”. “Nonostante si stia cercando di proteggere le vite umane dalla diffusione del virus, non si può ritenere la dimensione spirituale e morale della persona come secondaria rispetto alla salute fisica”, l’appello a favore della tutela della libertà di culto, a partire dalla consapevolezza che “la dimensione religiosa costituisce un aspetto fondamentale della personalità umana e della società, che non può essere obliterato. La libertà di culto non costituisce peraltro un corollario della libertà di riunione, ma deriva essenzialmente dal diritto alla libertà religiosa, che è il primo e fondamentale diritto umano. È dunque necessario che essa venga rispettata, protetta e difesa dalle autorità civili, come la salute e l’integrità fisica. D’altronde, una buona cura del corpo non può mai prescindere dalla cura dell’anima”.

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