Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “serve rivoluzione copernicana per l’economia”. “Significativo impegno” dell’Ue

“Serve una sorta di ‘nuova rivoluzione copernicana’ che riponga l’economia a servizio dell’uomo e non viceversa, iniziando a studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha fatto notare come “per far fronte alle conseguenze negative di questa crisi, numerosi governi hanno previsto diverse iniziative e lo stanziamento di ingenti finanziamenti”. Tuttavia, “non di rado sono prevalse spinte a cercare soluzioni particolari a un problema che ha invece dimensioni globali”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “oggi meno che mai si può pensare di fare da sé. Occorrono iniziative comuni e condivise anche a livello internazionale, soprattutto a sostegno dell’occupazione e a protezione delle fasce più povere della popolazione”. “In tale prospettiva – l’omaggio del Papa – ritengo significativo l’impegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che pur tra le difficoltà, hanno saputo mostrare che si può lavorare con impegno per raggiungere compromessi soddisfacenti a vantaggio di tutti i cittadini”. “L’obiettivo di contenimento del coronavirus ha spinto molti governi ad adottare misure restrittive della libertà di circolazione, che hanno comportato, per diversi mesi, la chiusura di esercizi commerciali e il generale rallentamento delle attività produttive, con gravi ricadute sulle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, sull’occupazione e conseguentemente sulla vita delle famiglie e d’intere fasce della società, particolarmente quelle più deboli”, ha sottolineato Francesco: “La crisi economica che ne è conseguita ha messo in evidenza un altro morbo che colpisce il nostro tempo: quello di un’economia basata sullo sfruttamento e sullo scarto sia delle persone sia delle risorse naturali. Ci si è dimenticati troppo spesso della solidarietà e degli altri valori che consentono all’economia di essere al servizio dello sviluppo umano integrale, anziché di interessi particolari, e si è persa di vista la valenza sociale dell’attività economica e la destinazione universale dei beni e delle risorse”.

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