Povertà: don Soddu (Caritas), “l’azione della Chiesa tra empori solidali, aiuti alimentari e fondi per chi ha perso il lavoro”

foto SIR/Marco Calvarese

L’incremento di attività della rete degli Empori della solidarietà a favore dell’emergenza alimentare, la nascita o il potenziamento in molte diocesi di “fondi” destinati a venire incontro a chi per la pandemia ha perso il lavoro o non lo può trovare. Sono queste le azioni messe in campo dalla Chiesa italiana, tramite la rete Caritas nei territori, per superare la “frattura sociale” causata dalla pandemia. Ne parla in una intervista al Sir don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana. “L’attenzione e gli interventi della Chiesa sono a 360° – spiega – perché l’impatto del virus produce conseguenze medico-sanitarie, ma anche psicologiche, sociali, economiche e politiche, amplificate purtroppo per le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i Paesi più fragili e più poveri, già sacrificati da una globalizzazione dell’indifferenza e dello scarto”. La rete dei Centri di ascolto delle Caritas diocesane e parrocchiali, seppure nelle diverse situazioni di limitazione, “continuano ad essere segno di una Chiesa attenta e accogliente verso i bisognosi, anche con risposte innovative e diversificate – ricorda don Soddu –. Fondamentale, accanto agli aiuti materiali, è lo stile di ascolto e di relazione che aiuta le persone a non avvertire il senso di abbandono, a rafforzare la propria autostima e a trovare il coraggio per andare avanti”. “Il cuore e la bussola in questa dolorosa esperienza – conclude – devono essere la fraternità e la solidarietà. Con grande generosità ognuno deve portare i valori di umanità, di fede e di carità che possiede per creare comunione. Sono le premesse fondamentali per affrontare in modo costruttivo i problemi attuali e progettare un futuro libero da tutte le pandemie: della fame, della guerra, della mancanza di istruzione e di lavoro, ecc.”.

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