Governo: mons. Castellucci (Modena-Nonantola), “viviamo una più ampia crisi politica, occorre una guida salda”

“Nel mezzo di una crisi sanitaria, sociale, educativa ed economica, ci troviamo a vivere anche una crisi di governo, spia di una più ampia crisi politica. Tre settimane fa il Papa in un’intervista aveva detto che davanti alla pandemia occorre ragionare al “noi, cancellare l’io, per il momento”. Pare invece che in Italia l’io prevalga sul noi”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, mons. Erio Castellucci, nell’omelia pronunciata in occasione della solennità di San Geminiano, patrono della città di Modena.
“Non solo la cosiddetta gente comune, ma anche le guide delle comunità locali e della società civile, ritengono inconcepibile e dannosa questa crisi, a fronte delle rovine su cui si deve ricostruire, del morale a terra di molte persone e della necessità che i consistenti aiuti europei per la ripresa siano affidati a una gestione solida e progettuale”, ha spiegato l’arcivescovo. “Proprio alla politica appartiene pienamente quella ‘compassione’, quel ‘patire con’ chi soffre, a cui accenna il Vangelo”. Per mons. Castellucci, “colpisce, tra l’altro, che le parole più usate in questi giorni dalle cronache, parlando della crisi di governo, siano desunte dal linguaggio del gioco d’azzardo: assi nella manica, bluff, vincite e perdite, scommesse, rischi, puntate al buio, trucchi, calcoli…. il che crea una incertezza ancora più grande, in un momento nel quale occorre una guida salda”.
Nell’omelia, l’arcivescovo ha sottolineato che “si parla da tempo di ‘crisi delle istituzioni”, con toni che insinuano il loro tramonto. Ma si tratta di una crisi più generale, la ‘crisi dell’autorità’, che colpisce non solo chi guida la società civile e religiosa, ma anche, e ancor prima, chi risponde alla vocazione di educare, soprattutto i genitori e gli insegnanti”.
“Nell’ultimo anno si è aggravata la crisi educativa. Pensiamo in particolare ai giovani”, ha ammonito mons. Castellucci, secondo cui “dovremo presto moltiplicare le energie per affrontare una sorta di ‘ri-educazione’ agli affetti e alla socialità di un’intera fascia di ragazzi”. “Insieme alla generazione dei più anziani, falciata dalla pandemia, alle sofferenze dei disabili e alla crisi economica, siamo consapevoli che la crisi educativa richiederà le maggiori attenzioni: nello stile terapeutico di Gesù – l’indicazione dell’arcivescovo –, che parte dal cuore, che ascolta il disagio profondo”.

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