Papa Francesco: a Cns, “andrò in Iraq, a meno che non ci sia una nuova ondata di Covid-19”

foto SIR/Marco Calvarese

Viaggio in Iraq, giornalismo cattolico e Chiesa negli Stati Uniti. Sono stati questi gli argomenti principali del colloquio privato tra Papa Francesco e la delegazione dell’agenzia cattolica statunitense Catholic News Service (Cns), ricevuta in udienza oggi in occasione del loro 100° anniversario. A riferirlo è lo stesso Cns. “A meno che non ci sia una seria nuova ondata di Covid-19”, il Papa ha confermato all’agenzia dei vescovi americani che ha intenzione di visitare il Paese dal 5 all’8 marzo. Anche se il distanziamento sociale richiesto comporterà che molti iracheni vedranno gli eventi papali solo in televisione, “vedranno che il Papa è nel loro Paese”, ha dichiarato Francesco: “Sono il pastore di un popolo che sta soffrendo”.  Interpellato sul ruolo dei giornalisti cattolici oggi, il Papa ha risposto che è quello di promuovere unità è di “cercare di fare in modo che le persone si parlino, ragionino insieme e cerchino il sentiero della fraternità”, perché “una Chiesa divisa non è la Chiesa”. “La Chiesa degli Stati Uniti è una Chiesa che è stata coraggiosa”, l’omaggio di Francesco, ma “se i mezzi di comunicazione gettano benzina sul fuoco, da una parte o dall’altra, non aiuta. La strada della divisione non conduce da nessuna parte”. “L’unità non è uniformità”, ha poi puntualizzato: “Uniti con le differenze, ma con un solo cuore”. “Forse ci sono gruppi tradizionalisti negli Stati Uniti, ma ci sono anche in Vaticano”, ha rivelato.

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