Infanzia e adolescenza: Fism, “anche la parità scolastica è un diritto che attende attuazione”

Alla vigilia della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che ricorre domani, la Fism – Federazione italiana scuole materne che raggruppa circa 9mila realtà per l’infanzia no profit, con quasi mezzo milione di bambini ed oltre 40mila persone fra insegnanti e addetti – ricorda che quest’anno l’appuntamento viene celebrato a trent’anni esatti dall’adesione, anche in Italia, del documento che “riconosce bambine e bambini come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Una rivoluzione, con il bambino non più visto come soggetto passivo, ricettore di cura e protezione, ma considerato protagonista della propria vita, appunto portatore di diritti”. In una breve nota, il presidente nazionale Fism, Giampiero Redaelli, rimarca che la “mancata parità scolastica nel nostro Paese, obbliga a parlare di diritti dei bambini ancora lesi” e di “ingiustizia sociale”, come ha fatto notare nei giorni scorsi in ripetuti incontri a livello politico e istituzionale, nonché in vari webinar.
Per Redaelli occorre ribadire che “i diritti attendono risposte che una comunità civile conosce e deve fornire per colmare le fondamentali esigenze di crescita dei propri piccoli, insomma per andare incontro ai bisogni irrinunciabili dei bambini, come li definiva Thomas Berry Brazelton. Lui, scomparso nel 2018 a quasi cent’anni dopo una vita per l’infanzia, a indicarceli con chiarezza”. Ovvero, elenca Redaelli: bisogno di sviluppare costanti relazioni di accudimento, di protezione fisica e sicurezza, di esperienze modellate sulle differenze individuali; di esperienze appropriate al grado di sviluppo; di definire dei limiti, di fornire una struttura e delle aspettative. Ma anche bisogno di comunità stabili di supporto e di continuità culturale, e di salvaguardare il futuro”. Conclude Redaelli: “Sono i sette diritti – conclude il presidente – che come Fism desideriamo custodire, scrivere nel progetto educativo di ciascuna scuola dell’infanzia, perché possano diventare terra sicura sotto ai piedi dei bambini”.

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