Colombia: allarme delle Chiese e organismi internazionali dopo sei missioni di pace nell’Occidente. Mons. Barreto (Quibdó): “Stato nega i diritti e non applica accordo di pace”

Anche lo Stato “è carnefice, perché nega i diritti. Nel territorio non c’è stata una coerente applicazione dell’accordo di pace”. Le forti parole di mons. mons Juan Carlos Barreto, vescovo di Quibdó, capoluogo del dipartimento colombiano del Chocó, risuonano – e vengono amplificate dai tg nazionali – a margine della conferenza stampa di presentazione delle sei missioni umanitarie realizzate nel 2021 in 11 Comuni dello stesso Chocó e in altri della zona nord-occidentale del dipartimento di Antioquia da organismi ecclesiali (a partire dalle diocesi di Quibdó, Istmina-Tadó e Apartadó), di chiese cristiane, rappresentanze di istituzioni internazionali, organizzazioni sociali.
L’incontro di presentazione si è stato coordinato dalla Conferenza episcopale colombiana, nella sede di Bogotá. Sulla base delle missioni svolte, le Chiese e le organizzazioni partecipanti hanno concluso che “purtroppo, il grido delle comunità non è stato ascoltato e, di conseguenza, le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, invece di diminuire, si sono intensificate e, di conseguenza, solo un’azione umanitaria globale sarà in grado di rispondere ai flagelli che si verificano nel dipartimento di Chocó e nell’Antioquia occidentale”.
Attraverso queste missioni umanitarie, segnala il comunicato diffuso in occasione della conferenza stampa, “è stato possibile ascoltare direttamente, accompagnare, fornire sostegno morale e psicologico, solidarietà umanitaria, nonché insegnamento per la resistenza civile. Con questi accompagnamenti si intende trovare nuove modalità di dialogo che generino protezione nei territori”.
Le richieste di quanti hanno partecipato alla missione sono precise. Tra queste, si chiede agli attori armati il rispetto incondizionato delle norme del diritto internazionale umanitario, affinché le autorità etniche e il loro esercizio di autogoverno siano rispettati. Il Governo colombiano è esortato a concretizzare in modo deciso quanto stabilito dall’accordo di pace del 2016 e a riprendere la via del dialogo e del negoziato politico con tutti i gruppi armati illegali e in particolare a riaprire il tavolo di dialogo con la guerriglia dell’Eln. Inoltre, si chiede di garantire il diritto alla libera mobilità e alla sicurezza globale per le leader sociali, comunità e organizzazioni nei territori e di garantire il diritto fondamentale al minimo vitale di tutte le persone sfollate e confinate, attraverso l’erogazione di un’adeguata attenzione umanitaria.

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