Cop26: Masullo (Greenaccord), “emerge un quadro inquietante ed incoerente. La classe politica non è all’altezza delle sfide”

Anche la “Forest Declaration”, con gli impegni presi durante la Cop26 a conservare e ampliare le foreste mondiali, mostra subito i propri limiti. “Facciamo notare – afferma Andrea Masullo, direttore scientifico di Greenaccord – che ciò mira a compensare le emissioni che non si intende evitare, mentre per mantenere accesa la speranza di poter ancora limitare il riscaldamento globale ad 1,5°C, l’assorbimento forestale dovrebbe essere speso come una carta aggiuntiva. Ricordiamo che ad oggi le grandi foreste del pianeta sono soggette ad un rapido degrado e diminuzione a causa degli incendi e delle attività umane che, per esempio, hanno reso l’Amazzonia un emettitore e non un assorbitore di CO2”.
Positiva, invece, l’adesione dell’Italia – benché ad un livello poco impegnativo, ovvero solo con lo status di “amico” –, alla Boga-Beyond Oil&gas Alliance, un’intesa che mette in programma lo stop alle licenze e alle concessioni per nuove esplorazioni di giacimenti di petrolio e gas, per arrivare alla “carbon neutrality” entro il 2050. “Questa adesione – riprende Masullo – avviene in un periodo in cui non appare ancora chiara la strategia del Ministero della Transizione ecologica. Inoltre, le numerose uscite contraddittorie di questi ultimi mesi non rendono ancora chiari il percorso, il punto di approdo e la coerenza con gli impegni per il clima, di tale transizione”.
Complessivamente, “da Cop26 emerge un quadro inquietante ed incoerente che, dopo 26 anni di risultati ampiamente inadeguati agli obiettivi, fanno dubitare che una classe politica figlia di quel modello di sviluppo che si intende cambiare sia davvero in grado di recidere le radici su cui siede. Forse è giunto il momento che altri stakeholder prendano in mano la situazione in modo da trainare la politica ad assumersi le proprie responsabilità con maggior coraggio. Ci riferiamo al mondo della finanza e dell’industria green, ai rappresentanti delle amministrazioni locali e della società civile, il cui coinvolgimento è genericamente evocato anche nel Patto di Glasgow”, conclude Masullo.

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