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Conferenza sul futuro: Parlamento europeo, seminario di dialogo con le comunità di fede e filosofiche. “Dispiacere” per non essere state coinvolte nelle plenarie

“Non potevamo non coinvolgervi per conoscere quali sono le vostre riflessioni e prospettive sulla Conferenza sul futuro dell’Europa e quali le cose che vi interessano di più rispetto al domani dell’Ue”: così la vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha aperto i lavori del seminario con i rappresentanti delle comunità di fede e filosofiche nella sede del Parlamento europeo, oggi, a Bruxelles. “Siate il più aperti e critici possibile”, ha esortato. Il primo a intervenire, Stefan Lunte (Comece), ha riportato il pensiero dei vescovi europei che “sostengono la Conferenza e i suoi obiettivi”, ma hanno anche “alcuni dubbi”: è saggio usare la Conferenza per avviare un processo di revisione di trattati? Forse sarebbe necessario “allungare” i tempi della conferenza? In plenaria tra le ong non ci sono Chiese e le comunità religiose: questo dispiace. La piattaforma digitale permette di condividere e contiene numeri consistenti di contributi, “ma potrebbero essere di più e più inclusivi”. Solo 15% sono donne e alcuni Paesi latitano. Positivo è che la Conferenza dia “forte voce ai giovani, sia rinvigorente, rispettosa e seria”. Per la rappresentante della Conferenza delle Chiese europee Lena Kumlin la Conferenza è “interessante e innovativa”; dispiaciuta per il mancato coinvolgimento delle Chiese, ha insistito sul fatto che i temi centrali devono essere quelli dei valori, dignità, diritti umani, libertà, giustizia sociale perché l’Ue “non è un’unione economica ma un progetto di pace”.

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