Rogo Felandina: mons. Caiazzo (Matera), “una sconfitta per tutti. Chiesa chiamata a evangelizzare attraverso la promozione umana e la carità”

“Nella terra nessuno è straniero e la terra non è straniera a nessuno”: sono parole dell’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, che riprende e modifica una citazione di Giovanni Paolo II (il quale aveva parlato di una Chiesa in cui nessuno è straniero), in un messaggio per il primo anniversario del rogo nel ghetto della Felandina. Il 7 agosto 2019, a Metaponto di Bernalda (Mt), un capannone che ospitava centinaia di lavoratori stagionali impegnati in agricoltura prese fuoco e nell’incendio morì una donna nigeriana, ricordata ieri in un incontro di preghiera nel cimitero di Bernalda, dove è sepolta. “La Felandina fu una sconfitta per tutti – scrive l’arcivescovo –. La Chiesa ha il dovere di evangelizzare anche attraverso i suoi interventi di promozione umana e la testimonianza della carità. Una fede senza prossimità è teoria, cerimonia, ritualità, fideismo”. In questo senso, l’arcidiocesi di Matera-Irsina ha lavorato nell’ultimo anno, attraverso Caritas e parrocchie, inaugurando proprio nel comune di Bernalda, a Serramarina, “Casa Betania – Casa della dignità” per ospitare lavoratori stranieri del settore agricolo, accolti anche in alcuni appartamenti a Metaponto. “Sono la nostra risposta per dire che è possibile agire, trovando soluzioni che aiutano questi nostri fratelli a integrarsi nel nostro contesto sociale, culturale e religioso”, aggiunge il presule, che infine si domanda provocatoriamente: “Lo sgombero della Felandina, successivo al rogo, ha risolto il problema? Cosa è stato fatto affinché questi uomini e donne venissero trattati come esseri umani?”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo