Coronavirus Covid-19: mons. Lagnese (Ischia), “permettere ai familiari di visitare i congiunti ospiti della Rsa Villa Mercede”

“In piena pandemia”, anche la Rsa “Villa Mercede” è diventata “un vero e proprio focolaio di contagio da Covid-19, che ha visto molti degenti, operatori e familiari ammalarsi di coronavirus: molti di loro sono guariti, mentre coloro che già soffrivano di patologie più gravi, ahimè, non sono riusciti a sopravvivere. La Chiesa di Ischia si stringe intorno ai familiari delle vittime a cui abbiamo assicurato la nostra preghiera e, in questo momento in cui l’emergenza si è attenuata, sente tutta l’importanza di sostenere la richiesta delle famiglie degli ospiti dell’Rsa Villa Mercede che chiedono il ripristino di incontri periodici regolari con i propri congiunti, proprio per mantenere vivo il legame con i propri cari, unendo in tal modo all’impegno e alle cure dei medici e paramedici, l’affetto e la prossimità delle persone care, azione quanto mai necessaria per la salute degli ospiti di tale struttura”. Lo scrive il vescovo di Ischia, mons. Pietro Lagnese, in una lettera alla direzione generale dell’Asl Napoli 2 Nord e ai sindaci dell’Isola d’Ischia, dopo aver ricevuto, nei giorni scorsi, da un gruppo di familiari degli ospiti della Rsa Villa Mercede sita a Serrara Fontana un’accorata lettera nella quale gli hanno espresso “il loro dolore e il loro rammarico nel vedersi ancora impossibilitati nel visitare i loro parenti ospiti a Villa Mercede dopo un periodo di circa 5 mesi in cui, a causa della pandemia da Covid-19, è mancato qualsiasi contatto tra i familiari e i degenti della Rsa”.
Il vescovo si dice certo che “la vicinanza dei familiari alle persone affette da patologie degenerative rivesta un ruolo riabilitativo fondamentale; la mancanza quotidiana di affetto da parte dei parenti è un disagio che certamente non fa bene alla salute dei degenti”.
Pertanto, ora che “la situazione sembra andare verso una normalità”, mons. Lagnese si unisce alla voce dei familiari dei pazienti di Villa Mercede, che chiede di ricongiungersi ai propri cari: “Nessuno più dei familiari ha a cuore la salute dei loro congiunti. Evidentemente tali visite si dovranno effettuare con tutte le precauzioni necessarie per il contenimento del contagio da Covid-19, che gli organi preposti indicheranno opportunamente per garantirne la sicurezza, le turnazioni, i tempi e i luoghi di incontro”.
Infine, ringraziando i sindaci dell’Isola e le Forze dell’ordine per l’impegno a contenere il contagio a Ischia, il presule chiede “un ulteriore sforzo da condividere insieme: avere maggiore cura rispetto alle fasce più deboli e alle persone che versano in condizioni di bisogno, affinché l’emergenza sanitaria non diventi anche una grave crisi sociale”. Il vescovo conclude: “Solo unendo i talenti e facendo rete tra tutti gli organi preposti riusciremo, anche a partire dai più deboli, a dare nuovo slancio alla nostra Isola”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo