Libano: Unicef, 120 scuole danneggiate, 100mila bambini con case distrutte, aumento contagi da Covid-19

(Foto: ANSA/SIR)

“L’Unicef stima che tra coloro le cui case sono state danneggiate o distrutte potrebbero esserci fino a 100.000 bambini. Alcune famiglie dispongono di acqua ed elettricità limitate. Sarebbero, poi, 120 le scuole pubbliche e private che hanno subito danni. Queste scuole sono utilizzate da circa 55.000 bambini e sarà fondamentale risanarle prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. L’aria è cosparsa di polvere e si teme che possa essere tossica, soprattutto per i bambini”. Sono gli ultimi aggiornamenti che arrivano dall’Unicef e che riguardano l’esplosione a Beirut del 4 agosto scorso. Unicef rende noto che l’esplosione ha distrutto anche 10 container con dispositivi di protezione individuale, tra cui centinaia di migliaia di guanti, camici, mascherine, appena forniti dal Ministero della Sanità pubblica per la risposta al Covid. Si sta lavorando con l’Oms per sostituire immediatamente queste forniture. Un’urgenza che nasce dall’aumento dei contagi “significativo” registrato negli ultimi due giorni: 255. Il numero totale di morti finora è di 70 e il numero totale di contagi confermati è di 5.672. Le aree intorno all’esplosione sono tra quelle con i focolai e la trasmissione comunitaria più attivi. È impossibile per le persone colpite praticare un distanziamento sicuro – c’è un disperato bisogno di mascherine – ma per la maggior parte delle persone in questo momento il Covid non è in cima ai pensieri. Sono state distrutte cinque “celle frigorifere” di vaccini su sette in un magazzino del porto la cui manutenzione è supportata dall’Unicef. Tutti i vaccini sono stati spostati in sicurezza in altre celle frigorifere la stessa notte delle esplosioni. In questa fase priorità per Unicef restano sostituire i dispositivi di protezione individuale e altri prodotti medici danneggiati e procurarsi le forniture essenziali di cui hanno bisogno in questo momento i servizi sanitari; distribuire acqua e forniture igieniche; riunire i bambini separati alle loro famiglie e fornire un sostegno psicosociale a coloro che si trovano ad affrontare shock, traumi e lutti; lavorare con i giovani volontari per fornire alle famiglie colpite un sostegno per l’igiene e per cucinare; fornire un’assistenza di emergenza in denaro per le famiglie più vulnerabili, compresi gli operatori sanitari e logistici. Le strutture sanitarie e le scuole danneggiate dovranno essere riabilitate. Da qui l’appello “preliminare” dell’agenzia umanitaria ai donatori per 8,25 milioni di dollari.

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