Coronavirus Covid-19: mons. Fontana (Arezzo), “esperienza terribile di questi mesi non è finita. A noi cristiani tocca di metterci al servizio”

“L’esperienza terribile fatta in questi mesi e che certo non è finita, almeno in alcune parti del mondo, non ci consente di fare parole. A noi cristiani tocca di metterci al servizio, ciascuno con le proprie risorse e i propri doni”. Lo ha detto l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, celebrando ieri la festa del patrono della diocesi, san Donato. “Il mio primo pensiero – ha dichiarato l’arcivescovo – va alla scuola, non solo all’Istituzione, che pure rispetto e voglio favorire in tutti i modi, ma al favoloso ministero dell’educatore. Dobbiamo riscoprire il fascino di spendere la vita per insegnare agli altri a trovare se stessi. Tristemente, ci sono anche i nostri bambini e i nostri giovani che hanno visto sovvertita la struttura educante e trasformata” con “strumenti telematici. I media ripetono la decisione delle autorità di riaprire la scuola nel rapporto interpersonale e diretto. Mancano anche gli spazi: la nostra diocesi, sull’esempio di quella di Roma che sta offrendo lo stesso servizio, è disponibile ad accogliere i ragazzi nelle proprie strutture, dove fosse possibile e necessario. È un’occasione provvidenziale per far riscoprire ai giovani la parrocchia. Ovviamente, occorrerà verificare caso per caso la concreta realizzazione di questa disponibilità di fondo, secondo le leggi italiane vigenti”. “Tornare a sperare – è stato l’invito di mons. Fontana -, ciascuno con la propria visione del mondo, con progetti politici spesso non conciliabili, ma tornare a sperare. Il messaggio di San Donato è che è possibile agire insieme, senza perdere le identità particolari, ma costruendo insieme, senza scartare nessuno, cercando di avere un progetto che sia apprezzabile per tutti. Occorre ricostruire, non si può stare a guardare. Forse i pagani di San Donato ci sono anche nel nostro tempo. Sono quelli che possono permettersi il lusso di stare a guardare e ridere dei nostri tentativi, ma chi vale e ha un progetto non esclude nessuno. Si fa carico anche di quell’aretino senza fissa dimora, di quel malato provato dalla malattia, di quella famiglia che ha perso qualcuno dei suoi cari senza neppure poterlo salutare”. Nel corso della messa mons. Fontana ha ordinato diacono fra Rajeev Raju, dell’Ordine dei Carmelitani scalzi (originario di Kerala, Stato dell’India meridionale), e accolto l’ammissione al presbiterato di Raffaele Vannini, 26 anni, originario di San Giovanni Valdarno. Infine, come tradizione, sono state rese le nomine dei nuovi parroci della diocesi. Alla celebrazione hanno partecipato alcuni vescovi emeriti, mons. Franco Agostinelli, mons. Italo Castellani e mons. Luciano Giovannetti, e rappresentanti di altre confessioni, tra cui: il proto presbitero della chiesa di Costantinopoli padre Octavian Tumuta della Chiesa ortodossa romena di San Giovanni Battista in San Bartolomeo ad Arezzo, padre Oleksander Volodymyrovych, archimandita della Chiesa Russa Ortodossa, padre Thomas della Chiesa ortodossa indiana e vari laici della Chiesa ortodossa ucraina, serba e russa.

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