Argentina: card. Poli (Buenos Aires), “uno scandalo che ci siano 7 milioni di bambini poveri”

“Nella terra benedetta del pane, come dice una bella canzone, oggi preghiamo per tutti gli argentini perché non manchi loro il pane e tutto ciò di cui hanno bisogno per una vita dignitosa, ma preghiamo soprattutto per questi oltre 7 milioni di bambini e bambine poveri, con livelli di indigenza che ci imbarazzano e ci umiliano”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Buenos Aires e primate dell’Argentina, il card. Mario Aurelio Poli, durante la messa da lui presieduta in occasione della festa di san Gaetano da Thiene (san Cayetano per gli argentini) nel santuario del quartiere di Buenos Aires di Liniers, che si è svolta in modalità virtuale a causa delle restrizioni della pandemia.
“Insieme a San Cayetano abbiamo fiducia in Dio e ci mettiamo nelle sue mani” è stato il motto che ha accompagnato la celebrazione dedicata al santo “del pane e del lavoro”, al quale gli argentini sono particolarmente devoti, a partire da Papa Francesco.
Il card. Poli ha riconosciuto che non è la stessa cosa essere presenti nel santuario o seguire la messa attraverso i mezzi di comunicazione: “Ma preferiamo prenderci cura di voi, piuttosto che rischiare il contagio”, ha aggiunto ricordando: “Voi sapete bene che la preghiera al santo è sempre ascoltata”.
Nel richiamare la difficile realtà della povertà che colpisce soprattutto l’infanzia, il porporato ha detto: “Non possiamo essere indifferenti, a noi adulti deve muoversi la coscienza, soprattutto a chi oggi ha responsabilità a livello dirigenziale, dobbiamo scuotere duramente la nostra coscienza, perché sono in gioco le vite di una generazione di bambini, adolescenti e giovani, che ci succederanno. Sono oggi il vero tesoro della Nazione, non sono numeri, sono persone e soffrono, c’è dolore e lacrime”.
E la stessa infanzia attende “una legislazione per la vita e mai per la morte, per la morte di qualcuno; che ci siano lavoro, istruzione e giustizia e pari opportunità per tutti, soprattutto per i più svantaggiati”.

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