Libano: oggi il nunzio apostolico, mons. Spiteri, sul luogo del disastro. Il lavoro della Caritas

“Il Santo Padre ha promesso di aiutare il Libano in questo momento drammatico. La Chiesa è sempre vicina ai suoi figli. La fede è più grande della tragedia”: sono le parole del nunzio apostolico in Libano, mons. Joseph Spiteri, che stamattina ha fatto visita ai luoghi dell’esplosione del 4 agosto fermandosi a parlare con i volontari della Caritas Libano.

A riferirle al Sir è padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano, che ha accompagnato il nunzio. Oggi in Libano si celebra la Giornata di preghiera e digiuno, indetta dal patriarca maronita card. Boutros Bechara Rai, anche lui in visita al sito dell’esplosione nel porto di Beirut. Continua, intanto, l’azione dei volontari della Caritas a favore delle persone colpite. La Caritas Libano, spiega al Sir padre Abboud, “ha allestito nelle zone colpite due tende, una per distribuire cibo e una dove medici e infermieri prestano assistenza medica e danno medicine a chi ne ha bisogno. Ci sono anche psicologi che danno assistenza alle persone traumatizzate”.

Tra le iniziative più belle quelle di gruppi di giovani che, spiega padre Abboud, “si sono organizzati per andare ad aiutare le persone più vulnerabili nelle loro abitazioni. Molte di queste, infatti, si rifiutano di lasciare le loro case perché temono di perdere anche quel poco che ne è rimasto. Il timore è che si ripeta quanto accaduto durante la guerra civile quando le case abbandonate venivano occupate da altre persone. Andiamo di casa in casa per cercare di offrire il necessario alla sussistenza sia materiale sia sanitaria. La gente è povera e ha bisogno di tutto. Siamo tutti sotto shock per la crisi, per la pandemia e l’esplosione. E tanti piangono la morte di familiari oppure li stanno ancora cercando perché considerati dispersi a causa dell’esplosione”. Nel Paese dei Cedri la tensione è altissima. Nella capitale almeno 5mila persone sono scese in piazza per protestare contro il governo. La polizia ha sparato contro i manifestanti dei gas lacrimogeni. Risultano ferite un centinaio di persone. Media locali parlano di assalti alla sede del ministero degli Esteri e di quello dell’Economia e di scontri tra manifestanti e seguaci di Hezbollah.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo