Coronavirus in Kenya: Morino (chirurgo a Nairobi), “situazione in evoluzione, ospedali cominciano a riempirsi”

“La situazione in Kenya è incerta e in estrema evoluzione ma molto preoccupante”. A spiegare l’impatto del Coronavirus nella nazione africana è Gianfranco Morino, coordinatore di World Friends in Kenya, chirurgo presso il Ruaraka Uhai Neema Hospital di Nairobi, intervenendo oggi ad un webinar organizzato da Caritas italiana. Anche se i dati epidemiologici ufficiali sono incerti e ci sono solo 400 posti in terapia intensiva le stime sulla popolazione di Nairobi, con 5 milioni di abitanti, “sono di almeno 500.000 positivi. Gli ospedali cominciano ad essere pieni”. “Si dice che in Africa il Covid-19 non colpirà perché ci sono molti giovani – osserva Morino –. Questo può essere in parte vero, in realtà non abbiamo una percezione reale della situazione, anche per la mancanza di test”. Di fatto è stato subito dichiarato il lockdown subito dichiarato, con il coprifuoco alle 7 di sera. “Abbiamo avuto più morti a causa del coprifuoco che del Covid perché le persone uscivano e i poliziotti sparavano”, racconta il medico. Le conseguenze della pandemia sono però tante: “Aumentano le gravidanze di teenager, le mutilazioni genitali femminili e la violenza domestica a causa del lockdown. Si è tornato a partorire nelle baracche senza assistenza, con più morti neonatali, parti ritardati. L’emergenza Covid ha inciso sulle malattie croniche perché i pazienti hanno paura di entrare negli ospedali per farsi curare. È aumentata la malnutrizione perché la gente degli slums non può uscire a lavorare”.

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