Coronavirus Covid-19: Fares, “ci ha fatto compiere un passo indietro e ha aperto una breccia nel nostro modo di pensare la realtà”

Il “distanziamento sociale” imposto dalla pandemia Covid-19 “sembra destinato a durare. Non si tratta soltanto di una crepa che ci allontana fisicamente dagli altri, ma di una spaccatura che ci si frappone nei confronti di tutto. Ci fa compiere un passo indietro e ripensare criticamente tutto ciò che abbiamo creato, ciò che faccia­mo e diciamo”. Lo sostiene Diego Fares, scrittore de La Civiltà Cattolica, nel quaderno n. 4.081 della rivista.
Nel numero in uscita sabato, anticipato al Sir, Fares afferma che “la pandemia ha aperto una breccia nel nostro modo di pensare la realtà”, in particolare, il rapporto tra “dati oggettivi”, opinioni e realtà. Se negli ultimi anni la virulenza virtuale delle fake news ci faceva sentire che “la verità basata su dati scientifici cedeva di fronte alla verità basata sulla percezione della gente”, oggi “con la pandemia del Coronavirus ha ceduto anche la post-verità”. Prendendo spunto da “La morte della verità”il libro della giornalista Michiko Kakutani la quale – citando un racconto di Jorge Luis Borges, “Tlön, Uqbar, Orbis Tertius” – ha improntato a una chiave estetica la sua analisi sulla manipolazione dell’informazione come strumento di potere nell’era Trump, Fares  osserva: “L’interessante è che si è aperta una breccia in tutte le narrazioni (si può vedere in tempo reale la loro lotta per ‘riarmarsi’); e in questa breccia, in questo territorio non occupato, c’è spazio libero per pensare, rendendoci attenti all’essenza del pensare come servizio e non come forma di dominio”.

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