Europa: Bassi (Fafce), “solidarietà intergenerazionale e famiglia al centro” per rispondere alla crisi Covid-19

(Bruxelles) Se si creerà “solidarietà intergenerazionale”, se si “metteranno la persona e la famiglia al centro”, la ripresa dell’Europa dopo la crisi Covid-19, sarà più efficace. Questo ha sostenuto Vincenzo Bassi, presidente della la Federazione delle associazioni di famiglie cattoliche in Europa (Fafce), aprendo un webinar che si è tenuto oggi su “Sfide demografiche e sviluppo sostenibile. Un nuovo capitolo per le politiche familiari in Europa?”, organizzato dal Fafce stesso. L’incontro virtuale è stato occasione per fare il punto sullo stato delle risposte alle evoluzioni demografiche in corso in Europa. Non poco è già in movimento: sia sul fronte del Consiglio dell’Ue, che nel semestre croato ha reso le questioni demografiche una priorità del suo programma, come illustrato da Marko Vidakušić, coordinatore del team per il lavoro e le politiche sociali e rappresentante permanente della Croazia presso l’Ue; sia da parte della Commissione europea che ha appena lanciato una piattaforma sulla demografia e pubblicato un “rapporto sull’impatto dei cambiamenti demografici” (presentato da Deša Srsen, membro del gabinetto del commissario per demografia e democrazia Dabravka Suica), studio che vuole essere il “punto di partenza” su cui misurare le politiche future dell’Ue Per l’eurodeputato Marco Zullo, che co-presiede l’intergruppo sulle sfide demografiche, questo tema dovrebbe “unire sempre più” il lavoro delle istituzioni perché è “nell’interesse dei cittadini”.
“La pandemia ha amplificato alcune tendenze demografiche in atto”, perché gli anziani hanno corso un rischio maggiore, negli agglomerati urbani popolati è stato difficile il distanziamento e impari il livello di risposta sanitaria a seconda delle regioni, ha osservato il parlamentare europeo Karlo Ressler, evidenziando da un lato il limite della mancanza di un bilancio proprio per il portfolio europeo della demografia, ma rilanciando la possibilità che la Conferenza sul futuro dell’Europa, affrontando le tematiche demografiche, le faccia “entrare in una nuova fase”

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