Serbia: elezioni parlamentari, trionfa il partito del presidente Vucic. Alcune opposizioni sull’Aventino, “potere autocratico”. In agenda i rapporti con il Kosovo

Vittoria schiacciante del presidente serbo Alexander Vucic, uomo forte a Belgrado alla guida del Paese dal 2014. È questo il risultato delle elezioni politiche svoltesi nella giornata di ieri in Serbia, alle quali il Partito progressista (conservatore) di Vucic è primo partito politico con il 63% dei voti e circa 187 parlamentari su un totale di 250. La soglia del 3% per entrare nella Skupstina (il parlamento serbo) è stata superata solo altri due partiti, i socialisti di Ivica Dacic, alleato storico di Vucic con poco più del 10% e la nuova formazione “Vittoria per la Serbia”, guidata dall’ex campione di pallanuoto Alexandar Sapic. L’affluenza alle urne è stata pari al 44,9%. Nel parlamento trovano posto anche i rappresentanti delle minoranze nazionali: ungheresi, albanesi e bosgnacchi. Molti dei partiti storici dell’opposizione hanno boicottato il voto denunciando una mancanza di condizioni democratiche per elezioni regolari, tra le quali anche le misure anti-Covid-19: l’appello dunque era di non recarsi alle urne per non legittimare “il regime autoritario” e “il potere autocratico” del presidente Vucic, che secondo loro, “avrebbe il totale controllo dei media”. Su questo sfondo lo stesso Vucic ha definito la vittoria come “momento storico e segno della enorme fiducia ricevuta dai cittadini serbi, la più alta mai registrata nel Paese”.
Intanto, per Belgrado si prospettano settimane impegnative: oggi Vucic incontrerà il rappresentante Ue per i negoziati sul Kosovo, Miroslav Lajcak, mentre a fine settimana si svolgeranno i colloqui a Washington sullo stesso argomento. Domani invece, il presidente serbo andrà a Mosca per un incontro con Vladimir Putin, altro alleato storico del partito al governo di Belgrado.

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