Coronavirus Covid-19: Irlanda, per mons. Martin (Dublino) è “irragionevole” limitare partecipazione a messa a 50 persone in chiese che ne possono ospitare 1.500

Chiede senso di “ragionevolezza” l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, sulla riapertura delle chiese per le celebrazioni pubbliche previste in tutta l’isola irlandese (Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord) a partire dal 29 giugno. “È deludente che la riapertura del culto pubblico sia soggetta ad una limitazione generalizzata alla partecipazione di un massimo di 50 in queste prime settimane”, scrive l’arcivescovo in un comunicato diffuso ieri dalla diocesi. “Ho già espresso la mia opinione affermando che in questo periodo iniziale dovremmo essere tutti pazienti e permettere che la nuova situazione si stabilizzi”. L’invito quindi alla cautela rimane valida, “tuttavia – aggiunge mons. Martin – sembra strano che in una Chiesa con una capacità di 1.500 persone che è stata scrupolosamente predisposta per conformarsi al distanziamento sociale e con chiare indicazioni sul movimento e l’interazione delle persone all’interno della Chiesa, debbano essere presenti solo 50 persone, mentre assistiamo in questo stesso periodo a situazioni in cui i grandi punti vendita sono pieni di persone”. L’arcivescovo di Dublino sottolinea l’impegno anche finanziario profuso dalle parrocchie per preparare le Chiese a essere pronte per la riapertura del culto pubblico il 29 giugno. “La nostra gente ha dimostrato grande pazienza nel rispettare scrupolosamente le restrizioni alla partecipazione al culto pubblico. I sacerdoti e le parrocchie hanno mostrato creatività nel raggiungere i fedeli via web attraverso la trasmissione della Messa e fornendo sostegno spirituale e preghiera. La nostra gente – incalza mons. Martin – non vede l’ora di potersi unire pienamente al culto. È qualcosa di molto importante per la loro vita spirituale ed è effettivamente un loro diritto”. Da qui, l’arcivescovo formula un auspicio: “Spero che sia possibile arrivare a una situazione più ragionevole e responsabile in cui i numeri autorizzati a partecipare alla messa possano essere proporzionati alle dimensioni di ciascuna Chiesa”.

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