Diocesi: mons. Mansi (Andria), “non dobbiamo avere paura, una fede veramente convinta esce allo scoperto”

“Coraggio, fratelli e sorelle, accogliamo l’invito di Gesù, non temiamo nessuno, non dobbiamo avere paura di nessuno e se abbiamo paura il motivo è uno solo: la nostra fede è fiacca, debole, è pigra, è una fede a volte solo apparente! Una fede veramente convinta esce allo scoperto, non ha paura di niente e di nessuno, né del giudizio né della critica né tanto meno delle persecuzioni; quando una persona è convinta di una cosa, non si vergogna di niente e di nessuno e se noi ci vergogniamo il motivo è uno solo: non siamo convinti, c’è poco da fare, è la verità!”. Lo ha affermato ieri il vescovo di Andra, mons. Luigi Mansi, nell’omelia pronunciata nella messa che ha presieduto nella XII domenica del Tempo ordinario.
Commentando le letture bibliche della liturgia, il vescovo ha osservato che “l’elemento caratterizzante, che fa un po’ da sottofondo a tutte le letture è il tema della testimonianza, ma con una particolarità: siamo invitati da Gesù a non avere paura”. “Noi siamo chiamati da Gesù ad essere testimoni; sono chiare le sue parole, non si può discutere”, ha proseguito mons. Mansi, evidenziando che è come se Lui dicesse: “Tutto quello che ascoltate in Chiesa portatelo con voi quando uscite e mettetelo in pratica nella vita, in modo che chi vi guarda, chi vi ascolta, chi vi incontra possa avere chiaramente da voi una sollecitazione nei confronti della parola di Dio”. Ma per il vescovo non si tratta solo di paura: “Diciamocelo francamente, molti cristiani si vergognano davanti agli altri della propria fede, lo nascondono, si vergognano, hanno paura delle critiche, hanno paura degli sfottò, hanno paura di essere presi in giro… Spesso ci vergogniamo di dichiararci cristiani davanti agli altri, ci nascondiamo, ci mimetizziamo perché abbiamo paura, abbiamo vergogna”. Per questo, mons. Mansi ha invitato a pregare perché il “Signore, proprio nell’Eucaristia, ci faccia, nella nostra vita di fede, un’iniezione di fiducia” per essere “più liberi dalla paura che avvelena tutto e sciupa tutto il nostro percorso di fede”.

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