Agroalimentare: Prandini (Coldiretti), “etichette con indicazione d’origine è vittoria per 82% italiani. No a bollini fuorvianti e a fake news su carne”

L’estensione dell’obbligo di etichette con l’indicazione dell’origine degli alimenti è una vittoria per 1,1 milioni di cittadini europei che hanno firmato l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea. Lo afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando che si tratta di un risultato storico nell’ambito della strategia “farm to fork” del Green New Deal proposto dalla Commissione europea.
“L’etichetta con l’indicazione di origine degli alimenti risponde alle aspettative della stragrande maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo”, ha evidenziato Prandini, ricordando che “l’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa per le politiche rivolte alla qualità, sicurezza alimentare e trasparenza dell’informazione”.
“L’agricoltura italiana con un valore aggiunto dell’agricoltura pari a 31,8 miliardi di euro correnti nel 2019 è prima in Europa dove – sottolinea Coldiretti – è anche la più green con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari”.
Per Coldiretti “incoerente è anche la scelta a favore del bollino nutriscore che rischia di promuovere i prodotti industriali delle multinazionali con indicazioni allarmistiche, fuorvianti, discriminatorie ed incomplete”. “In questo contesto, nonostante lo stralcio dal testo finale del documento di considerazioni che miravano a ridurre i consumi e la produzione di carne, permane la preoccupazione per le misure che, direttamente o indirettamente, rischiano di compromettere la sostenibilità economica del settore, attraverso affermazioni false e strumentali sull’attività di allevamento e sul consumo di prodotti di origine animale che in modo equilibrato sono una componente essenziale della dieta oltre a fare parte della cultura alimentare italiana ed europea”, conclude Prandini che, su questo aspetto, ha scritto al Commissario europeo Paolo Gentiloni.

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