Papa Francesco: udienza, “la preghiera apre la porta alla speranza”. La vita “va sempre difesa e protetta”. Siamo “portatori di gioia” o di “notizie brutte”?

(Foto Vatican Media/SIR)

“La preghiera è la prima forza della speranza”. Lo ha ripetuto due volte, il Papa, nell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico e dedicata al mistero della creazione, nell’ambito del ciclo di catechesi sulla preghiera. “Tu preghi e la speranza cresce, va avanti”, ha proseguito a braccio: “Io direi che la preghiera apre la porta alla speranza: la speranza c’è, ma con la mia preghiera apro la porta alla speranza”. “Perché gli uomini di preghiera custodiscono le verità basilari”, ha spiegato Francesco: “Sono quelli che ripetono, anzitutto a sé stessi e poi a tutti gli altri, che questa vita, nonostante tutte le sue fatiche e le sue prove, nonostante i suoi giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi. E in quanto tale va sempre difesa e protetta. Gli uomini e le donne che pregano sanno che la speranza è più forte dello scoraggiamento. Credono che l’amore è più potente della morte, e che di certo un giorno trionferà, anche se in tempi e modi che non conosciamo”. “Gli uomini e le donne di preghiera portano riflessi sul volto bagliori di luce”, il ritratto del Papa: “Perché, anche nei giorni più bui, il sole non smette di illuminarli”. “La preghiera – ha proseguito ancora fuori testo – ti illumina l’anima, ti illumina il cuore e ti illumina il viso, anche nei tempi più bui, anche nei tempi di più dolore”. “Tutti siamo portatori di gioia”, ha affermato il Papa, che poi a braccio ha aggiunto: “Avete pensato questo, che siamo portatori di gioia? O tu preferisci portare notizie brutte, che rattristano? Tutti siamo capaci di portare gioia”. “Questa vita è il dono che Dio ci ha fatto – ha concluso Francesco – ed è troppo breve per consumarla nella tristezza. Lodiamo Dio, contenti semplicemente di esistere. Siamo i figli del grande Re, capaci di leggere la sua firma in tutto il creato. Guardiamo all’universo, alle bellezze e anche alle proprie croci: ‘Tu esisti, tu ci hai fatto così per te’. E sentire quella inquietudine del cuore che ci porta a lodare Dio. Siamo figli del grande Re, capace di mettere la sua firma in tutto il creato: quel creato che noi custodiamo, ma in cui c’è la firma di Dio, che l’ha fatto per amore. Che il Signore ci porti a capire sempre più profondamente questo, e che ci porti a dire: grazie”.

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