Coronavirus Covid-19: Comunità di Sant’Egidio, “chi deprezza la vita fragile e debole dei più anziani si prepara a svalutarle tutte”

“L’apporto degli anziani continua ad essere oggetto di importanti riflessioni in tutte le civiltà. Ed è fondamentale nella trama sociale della solidarietà tra generazioni”. Lo si legge nell’appello per “ri-umanizzare le nostre società” e dire “no a una sanità selettiva”, nato da una preoccupazione della Comunità di Sant’Egidio sul futuro delle nostre società, emersa in questi giorni durante la crisi causata dal coronavirus. “Non si può lasciar morire la generazione che ha lottato contro le dittature, faticato per la ricostruzione dopo la guerra e edificato l’Europa – prosegue l’appello -. Crediamo che sia necessario ribadire con forza i principi della parità di trattamento e del diritto universale alle cure, conquistati nel corso dei secoli”. È “ora di dedicare tutte le necessarie risorse alla salvaguardia del più gran numero di vite e umanizzare l’accesso alle cure per tutti. Il valore della vita rimanga uguale per tutti. Chi deprezza quella fragile e debole dei più anziani si prepara a svalutarle tutte”.
Con questo appello “esprimiamo il dolore e la preoccupazione per le troppe morti di anziani di questi mesi e auspichiamo una rivolta morale perché si cambi direzione nella cura degli anziani, perché soprattutto i più vulnerabili non siano mai considerati un peso o, peggio, inutili”.
Primo firmatario dell’appello è Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Tra gli altri firmatari, Romano Prodi, già presidente del Consiglio dei ministri e della Commissione Ue, Jeffrey D. Sachs, direttore di Un Sustainable Development Solutions Network, Aleksandra Dulkiewicz, sindaca di Danzica (Polonia), Simonetta Agnello Hornby, scrittrice (Regno Unito), Manuel Castells, ordinario di sociologia dell’ Università di California Berkeley (Spagna), Hans Gert Pöttering, già presidente del Parlamento europeo (Germania),
Jean-Pierre Denis, direttore del settimanale La Vie (Francia), card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, Adam Michnik, saggista e direttore di Gazeta Wyborcza (Polonia), Michel Wieviorka, sociologo 3 presidente della Fondation Maison des Sciences de l’Homme di Parigi (Francia), Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, Stefania Giannini, direttore generale aggiunto dell’Unesco, Maria Antónia Palla, giornalista (Portogallo), Navi Pillay, giudice e presidente Icdp (Sud Africa), Jürgen Habermas, filosofo (Germania).

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