Nicaragua: Leonor Álvarez (giornalista picchiata e rapinata al funerale di Cardenal) al Sir, “continuerò a fare il mio lavoro, informare è un dovere”

È stato terribile. Non mi era mai capitato di essere picchiata in questo modo per il mio lavoro, anche se avevo già subito intimidazioni e per tre volte mi è stato tolto il cellulare”. Leonor Álvarez, giornalista di “La Prensa”, racconta al Sir l’aggressione subita dalle “turbas” vicine al regime di Daniel Ortega, nella cattedrale di Managua, al termine della messa funebre per il sacerdote e poeta Ernesto Cardenal. “Sono venuti contro di noi – dice la giornalista -. Usciti dalla chiesa abbiamo cercato di entrare in canonica, ma hanno forzato la serratura e sono entrati. Mi hanno tolto il cellulare, mi hanno rubato tutto… Mi hanno colpito due volte, mi hanno picchiato. Sono rimasta a terra in posizione fetale, perché in questi casi è l’unica cosa da fare, altrimenti prendi ancora più botte. Mi hanno irriso, invitato a ‘non fare la vittima’. Ad altri miei colleghi è andata peggio, sono stati picchiati con più forza, uno di loro ha avuto bisogno di cure mediche, ha avuto le convulsioni, una sorta di crisi epilettica”. Dopo un po’, prosegue il racconto, “hanno cercato di colpirmi un’altra volta, ma sono stata difesa da un sacerdote. Hans Lawrence di “Nicaragua Investiga” è il giornalista che ha riportato le maggiori conseguenze, mentre anche David Quintana di “Boletín Ecológico” ha dovuto ricorrere al ricovero ospedaliero.
Già altre volte Leonor Álvarez aveva subito intimidazioni, come accaduto a tanti colleghi del quotidiano “La Prensa”, che solo da poche settimane ha ripreso a uscire normalmente con l’edizione cartacea, dopo che il regime, grazie alla mediazione del nunzio apostolico, ha sbloccato il sequestro della carta e delle rotative. “Il sequestro – dice la giornalista – era stato messo in atto senza dare alcuna spiegazione. ‘La Prensa’ è un giornale storico, molto autorevole, e ha una linea critica verso Ortega”.
Conclude la cronista: “Non ho finora pensato di andarmene dal Paese o di non fare più questo lavoro. Voglio continuare a fare la giornalista, so che è un rischio ma informare è un dovere. Io non sto facendo niente di male, rinunciare a scrivere sarebbe un segno di debolezza. Voglio rimanere qui e continuare a scrivere”.

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