Germania: esiti dell’Assemblea plenaria dei vescovi tedeschi. Impegno contro la deriva suicidale e mano tesa ai profughi siriani

Dopo la sentenza della Corte costituzionale federale che ha cancellato il divieto di promozione del suicidio legato alle imprese (sezione 217 del codice penale), la Conferenza episcopale tedesca (Dbk) teme che l’assistenza suicidale aumenterà a causa dell’attività delle associazioni che già sono operative in Germania. Ciò potrebbe portare alla normalizzazione delle tendenze al suicidio secondo il nuovo corso, come si può già osservare in Paesi come la Svizzera, i Paesi Bassi o il Belgio. Ciò indebolisce – secondo i vescovi – la volontà di ampliare l’impegno in favore della gamma delle cure palliative e ospedaliere. Secondo mons. Georg Bätzing, nuovo presidente della Dbk, che ha presieduto a Magonza per la prima volta la conferenza stampa conclusiva dell’assemblea plenaria dei vescovi tedeschi, la Chiesa, il cui “compito più nobile” consiste nell’assistere le persone in situazioni di vita difficili, vede crescere la sua responsabilità nell’informazione completa alle persone sulle “possibilità spesso sconosciute di autodeterminazione sull’ultima via”, come la direttiva anticipata del testamento biologico, l’interruzione del trattamento o la terapia del dolore.
Bätzing ha poi sostenuto la necessità impellente del continuo aiuto ai cristiani in Siria. Nel ricordare che il card. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, ha riferito ai vescovi tedeschi sulla situazione della popolazione nel Paese, il presidente della Dbk ha evidenziato che se da un lato i combattimenti in molte parti del Paese sono terminati rendendo evidente la piena portata della distruzione, dall’altro a causa del crollo delle strutture sociali, le persone non hanno ancora alternative reali all’emigrazione. La Dbk lamenta con forza “l’inazione politica dei Paesi dell’Unione Europea in considerazione della situazione dei rifugiati siriani al confine turco-greco”: i vescovi tedeschi assicurano il loro impegno per garantire che la politica riformi il sistema europeo comune di asilo e che i primi Paesi di accoglienza – Grecia e Bulgaria – non siano lasciati soli con il problema dei profughi. La plenaria si occupata anche del problema degli abusi sui minori e della questione dei “risarcimenti” alle vittime.

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