Honduras: le diocesi di Juticalpa, Trujillo e La Ceiba lanciano l’allarme sui progetti minerari che attentano alla vita e all’ambiente

In una conferenza stampa virtuale, le diocesi honduregne di Juticalpa, Trujillo e La Ceiba, che coincidono con i dipartimenti di Olancho, Colón, Atlántida, Islas de la Bahía e Gracias a Dios (nella parte orientale del Paese), lanciano un forte allarme di fronte alla persecuzione politica e alla criminalizzazione sofferte dalle comunità che difendono i propri territori e beni naturali.
Emblematica, è stato detto, la vicenda di Guapinol a Tocoa, dove otto leader sociali sono stati privati della libertà per più di un anno e altri cinque leader rischiano di essere catturati in qualsiasi momento.
Le diocesi vogliono, così, parlare con una sola voce e confermano l’impegno ad accompagnare la loro gente, minacciata da grandi progetti minerari e idroelettrici. Solo nella diocesi di Trujillo tre sono i delegati della Parola di Dio (Juan López, Leonel George e Reynaldo Domínguez), costretti ad affrontare un processo giudiziario in un tribunale con giurisdizione nazionale a seguito di una denuncia presentata dalla società mineraria Inversiones Los Pinares.
“La protesta pubblica e pacifica nella richiesta di rispetto e protezione dell’acqua e dell’ambiente da parte delle comunità è un diritto costituzionale e non c’è motivo di attuare la repressione, come è accaduto nel comune di Tocoa. L’oppressione delle comunità da parte del Governo ha implicato la repressione della polizia, militare e giudiziaria, che ha alimentato minacce e campagne diffamatorie da parte dei settori legati alla compagnia mineraria contro i leader e le organizzazioni delle comunità, in particolare a Guapinol”.
A nome di mons. Miguel Lenihan, vescovo di La Ceiba e Islas de la Bahía, il parroco di Jutiapa, padre Víctor Cámara, ha spiegato durante la conferenza stampa che tutta la diocesi si sente unita alla lotta di Guapinol per ambiedifendere il proprio territorio, il diritto all’acqua, la difesa della casa comune davanti a “progetti estrattivi di ogni tipo, che distruggono i parchi nazionali e minacciano la vita delle persone”. Ha aggiunto il sacerdote: “Denunciamo gli abusi delle aziende che cercano di sviluppare i loro progetti senza tener conto delle comunità, non si preoccupano della vita, ma dei loro investimenti e profitti”.

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