Funerali Aurelio Visalli: mons. Marcianò (Omi), “ha fatto della sua morte un dono”

Quella di Aurelio Visalli “è la morte di un giusto. Non possiamo non riconoscere la lezione alta di giustizia che l’uomo, il militare Aurelio ci ha dato. Quella giustizia che non ha bisogno di processi per essere realizzata, che fa riferimento a leggi scritte non con la penna o nei codici ma nel profondo del cuore umano”. Così l’ordinario militare per l’Italia (Omi), l’arcivescovo Santo Marcianò, durante i funerali questa mattina nel duomo di Milazzo, ha ricordato il quarantenne sottufficiale della Capitaneria inghiottito dalle onde a Milazzo, mentre stava tentando di salvare un ragazzo di 15 anni che stava affogando. “Nelle profondità di un mare in tempesta, Aurelio è andato incontro al pericolo, non certo inconsapevole del rischio e neppure solo per un sia pur lodevole senso del dovere, ma in obbedienza a questa legge, impressa nell’intimo del suo cuore, che lo ha guidato ad agire. Un istinto che non ha nulla di improvvisato o irrazionale, ma, in realtà, nasce dalla scelta matura di ‘non morire per se stessi’”. “Aurelio è riuscito a fare della sua morte un dono e davanti a questa verità – ha esortato mons. Marcianò – ci dobbiamo fermare silenziosi, ammirati, riverenti e grati perché il dono ci spiazza, sempre. Tanto più il dono della vita! E perché ogni cosa assume un valore più grande, infinitamente grande, nella misura in cui è dono: un valore che non si può misurare, se non con l’economia della gratuità e dell’amore”. Il messaggio che la morte di Visalli “ci lascia è un forte e paradossale messaggio di vita: muore per qualcosa, per qualcuno, chi vive per qualcosa, per qualcuno”. Rivolgendosi direttamente ai familiari del militare, l’arcivescovo castrense ha affermato: “Oggi lo strappo del distacco è terribile e non è facile accettarlo. Ma Aurelio, papà, non vi ha lasciato, non vi ha abbandonato. Egli è morto proprio donando a piene mani quell’amore con cui vi ha amato: un amore ancora più grande di quello che conoscevate, con cui ha superato quanto è umanamente possibile, diventando uno degli ‘angeli custodi’ che la giornata di oggi ci invita a ricordare. Aurelio è stato un angelo per gli altri; continua a essere angelo per voi”.

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