Consiglio europeo: condanna delle violenze in Bielorussia, elezioni da rifare. Stop alle armi nel Nagorno-Karabakh

(Foto SIR/UE)

Il Consiglio europeo “condanna l’inaccettabile violenza da parte delle autorità bielorusse nei confronti dei manifestanti pacifici come pure le intimidazioni e gli arresti e le detenzioni arbitrari a seguito delle elezioni presidenziali, di cui non riconosce i risultati”. Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles rende nota la sua posizione ufficiale sui fatti che stanno accadendo nel Paese dell’est europeo e “sostiene pienamente il diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere e regolari, senza interferenze esterne”. I 27 capi di Stato Ue invitano le autorità bielorusse “a porre fine alla violenza e alla repressione, rilasciare tutti i detenuti e i prigionieri politici, rispettare la libertà dei media e la società civile e avviare un dialogo nazionale inclusivo”. Si paventano “misure restrittive” da “adottare senza indugio”. Il Consiglio europeo “incoraggia inoltre la Commissione europea a preparare un piano globale di sostegno economico per la Bielorussia democratica”.
Sul Nagorno-Karabakh il Consiglio europeo chiede “la cessazione immediata delle ostilità ed esorta le parti a rinnovare l’impegno a favore di un cessate il fuoco duraturo e di una risoluzione pacifica del conflitto. La perdita di vite umane e il costo per la popolazione civile sono inaccettabili. Non ci può essere alcuna soluzione militare al conflitto né alcuna interferenza esterna”. L’Azerbaijan e l’Armenia “dovrebbero avviare negoziati sostanziali senza precondizioni”.
Sul caso di Alexei Navalny il Consiglio europeo “condanna il tentato omicidio per mezzo di un agente nervino chimico militare del gruppo Novichok. L’uso di armi chimiche costituisce una grave violazione del diritto internazionale”. Il Consiglio europeo invita le autorità della Federazione russa “a cooperare pienamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) al fine di garantire un’indagine internazionale imparziale e di assicurare i responsabili alla giustizia”.

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