Musei ecclesiastici: mons. Russo (Cei), “il nostro servizio diventi sempre più un’azione sinodale”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Fortemente sollecitati da Papa Francesco, abbiamo appena iniziato un cammino sinodale. Occorre tenere lo sguardo sul presente ma anche verso il futuro per domandarci come stiamo camminando sinodalmente e soprattutto chiederci che cosa possiamo fare di più affinché anche l’azione dei musei ecclesiastici e di tutti coloro che vivono un servizio nei beni culturali diventi sempre più un’azione sinodale”. Così il segretario generale della Cei, Stefano Russo, nel suo saluto in apertura del convegno internazionale “I musei ecclesiastici testimoni di futuro” (Roma, 23-24 settembre), promosso dall’Ufficio nazionale Cei per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, dal Pontificio Consiglio della cultura, dalla Pontificia Università Gregoriana e dall’Amei-Associazione musei ecclesiastici italiani, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Con riferimento ai vent’anni trascorsi dalla pubblicazione della Lettera circolare della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici, mons. Russo ha osservato: “In Italia, pur essendoci ancora molto da fare, dobbiamo essere contenti di quanto avvenuto in questi anni”. Cruciale “l’intuizione dei vescovi nel 1995 di costituire un Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, offrendo un indirizzo molto chiaro rispetto alla presenza della chiesa attraverso i propri beni nel mondo”. Il segretario generale Cei ha quindi ricordato “il lavoro di raccordo fatto in questi anni dai musei con gli archivi e le biblioteche” che ha portato in molte diocesi alla creazione di “piccoli centri di cultura, emanazione anche sul territorio di un dialogo con il mondo contemporaneo e con le istituzioni”. E se l’insistenza di Papa Francesco sull’importanza di “essere una Chiesa in uscita ci chiama ad una risposta e ad un’azione particolare”, rimane strategica la formazione degli operatori dei beni culturali, “affinché diventino sempre più capaci di raccontare in modo significativo, efficace e attraente, anche attraverso questi beni, una storia che è storia di Chiesa ma anche delle persone che incontriamo, storia di ognuno di noi”.

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