Servizio sanitario nazionale: Laboratorio Futuro (Istituto Toniolo), “un italiano su due ha una percezione errata di quanto è successo negli ultimi 20 anni”

“Un italiano su tre pensa che in sanità si spenda un po’ o molto di meno rispetto a vent’anni fa, solo 1 su 5 ritiene si investa di più. In realtà, negli ultimi vent’anni, dal 2000 al 2019 (escludendo quindi l’emergenza pandemica che avrebbe gonfiato il dato), la spesa nominale è cresciuta da 1.179 euro a 1.904 euro pro capite (+61%), mentre quella reale (avendo come base i prezzi del 2015) da 1.547 euro a 1.856 euro pro capite (+20%). La percentuale di connazionali che ha un’idea sbagliata dell’evoluzione della spesa sanitaria cresce con l’età, attestandosi al 50%; inoltre gli uomini hanno percezioni errate in misura maggiore rispetto alle donne (53% contro 46%) e rispetto al livello di scolarità”. È quanto emerge dall’indagine che il Laboratorio Futuro dell’Istituto Toniolo, che si propone di fornire alcuni elementi di discussione al dibattito pubblico, ha commissionato a Ipsos circa l’opinione degli italiani sul Servizio sanitario nazionale.
Anche in tema di confronto tra Paesi europei circa le risorse impiegate, le idee degli italiani non sono del tutto chiare. “Un italiano su due pensa che il nostro Paese spenda meno o addirittura molto meno della media europea – rivela l’indagine –. Molti ritengono che sia corretto paragonare la Grecia post-crisi con l’Italia, sebbene la spesa della prima sia la metà della seconda”. Anche qui “si nota una crescita delle percezioni errate con l’età: solo il 39% dei cittadini nella classe di età 18-24 pensa che l’Italia spenda meno o molto meno della media europea, contro il 51% nella classe di età 55-64 anni”.
Inoltre, “il 40% degli italiani pensa che la qualità sia un po’ o molto peggiorata rispetto a vent’anni fa; solo il 7% pensa che la qualità sia molto migliorata”. In realtà, basandosi sul punteggio Lea, un insieme di indicatori volti a cogliere il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza nelle Regioni italiane, “la qualità del servizio è sensibilmente migliorata in tutte le Regioni italiane, fatta parziale eccezione per Calabria e Sardegna”. In conclusione, “un italiano su due ha una percezione errata di quanto è successo al Ssn: pensa che la spesa e il finanziamento si siano ridotti quando invece sono aumentati; pensa che la qualità sia peggiorata quando l’unico indicatore di sintesi, prodotto dal Ministero, mostra una crescita pressoché in tutte le Regioni, pensa che l’Italia spenda di meno o molto di meno rispetto alla media europea quando in realtà, se spendiamo meno di Francia e Germania, è tuttavia vero che investiamo poco più della Spagna e molto di più della Grecia”.
Nel paper pubblicato oggi da Laboratorio Futuro dell’Istituto Toniolo ci si interroga anche circa la percezione che gli italiani hanno del Ssn e delle attese per il futuro, anche alla luce degli investimenti legati ai fondi Pnrr. Il paper integrale, curato da Massimo Bordignon (ordinario di Scienza delle Finanze dell’Università Cattolica) e Gilberto Turati (ordinario di Scienza delle Finanze dell’Università Cattolica), è disponibile sul sito www.laboratoriofuturo.it.

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