Migranti: Riccardi (Sant’Egidio), “perché il loro cammino deve essere sempre una via crucis?” In Italia c’è “esaltazione della violenza, stiamo diventando una società brutta”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Perché il cammino dei migranti e rifugiati deve essere sempre una via crucis? Dobbiamo fargli pagare la colpa di essere sbarcati quando invece è stato deciso che nei prossimi tre anni dovranno entrare 450mila persone nel nostro Paese? Queste persone sono arrivate ma noi abbiamo tolto il corso di italiano, l’assistente sociale, lo psicologo. Perché questa cultura della punizione? E poi i rimpatri…non mi parlate di rimpatri”: lo ha detto oggi a Roma Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, concludendo un dialogo a due voci con Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil, durante un incontro pubblico per chiedere di fermare la guerra in Ucraina. Nel suo intervento Riccardi ha sottolineato l’importanza dei “corpi di pace” intesi anche come “i corpi dei lavoratori, della gente che soffre, dei rifugiati, di coloro che sono in guerra”, evidenziando la necessità di “ricostruire i corpi intermedi nella società, mentre è in corso la crisi della vita civile, della partecipazione. Ma senza corpi intermedi non c’è pace”. Parlare degli effetti della guerra in Ucraina anche sull’Italia, ossia “parlare di carrello della spesa e crisi non è egoismo – ha affermato – perché il prezzo lo pagano i poveri”. “Dobbiamo continuare a sviluppare questa cultura di pace mettendo la pace in Ucraina al primo posto – ha ribadito -. Perché il riflesso della guerra si vede anche nella esaltazione della violenza nel nostro Paese. Non solo femminicidi, anche una certa familiarità tra giovani e violenza. Stiamo diventando una società brutta. L’Italia sta rischiando di cambiare i connotati”. “La nostra preoccupazione – ha precisato – è per l’Ucraina, per l’Europa e la Russia e poi per il nostro Paese. L’Ucraina sta pagando un prezzo altissimo, anche per il danno ambientale ed economico”. “Ci vuole audacia per inventare una visione alternativa alla guerra ma qui il realismo del negoziato non esiste”, ha osservato. A proposito delle missioni di pace del card. Matteo Zuppi ha detto: “È stato l’unico ad aver visitato quattro capitali e ora i russi hanno mostrato interesse a ricevere un’altra visita e continuare il dialogo. Mettiamo in circolazione energie di pace, voglia di pensiero e incontro. Solo questo può portarci ad un processo di pace più reale”.

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