Diocesi: Milano, ordinato vescovo mons. Di Tolve. Arcivescovo Delpini, “solo una Chiesa santa e lieta può farsi carico della speranza dell’umanità”

Si è svolta oggi in duomo a Milano la celebrazione eucaristica in cui mons. Michele Di Tolve ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Scelto lo scorso 26 maggio da Papa Francesco come vescovo ausiliare della diocesi di Roma e successivamente nominato rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore, mons. Di Tolve ha ricevuto la consacrazione episcopale per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, del card. Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, e di mons. Luca Raimondi, vescovo ausiliare della diocesi ambrosiana. Nella sua omelia, ispirata alle letture della messa, l’arcivescovo Delpini ha ricordato come “il ministero del vescovo e della Chiesa intera assume la concretezza storica di accogliere l’amicizia di Gesù e la sua gioia. Portare la pienezza della gioia a un popolo senza sogni che si accontenta di molto meno può essere una prova insostenibile se la pienezza della gioia non si alimenta dell’amicizia con Gesù”. Rivolgendosi a mons. Di Tolve, l’arcivescovo ha poi aggiunto: “Sappiamo che non ti spaventano le fatiche e le responsabilità. Ma in questo tempo in cui abita un popolo senza sogni, non il profeta solitario, non l’eroe protagonista, ma solo una comunità cristiana che vive intensamente la comunione con il Dio dei padri, solo una Chiesa santa, lieta, radunata nel celebrare i santi misteri può farsi carico della speranza dell’umanità e annunciare il compimento delle promesse di Dio”.
Prima della benedizione finale, dopo avere percorso tra gli applausi la navata principale per salutare i presenti, è intervenuto dall’altare lo stesso mons. Di Tolve. “Ti ringrazio Dio per la tua Chiesa – ha detto tra l’altro -: solo grazie a lei ho potuto conoscerti, ho compreso che la vita è vocazione e fatto esperienza della tua tenerezza. Grazie per papa Francesco, testimone della tua vicinanza di tenerissimo padre ed esigente maestro. Grazie per la santa Chiesa ambrosiana, a cui devo tutto: qui sono nato, ho ricevuto il dono del battesimo, ho imparato a non fare della vita un tesoro geloso. Grazie per l’arcivescovo Mario, per l’esempio della sua dedizione e per la Parola che ci ha spezzato oggi”.

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