Papa Francesco: Angelus, “il cristiano non crede alla magia e agli oroscopi”, “quanti conflitti si potrebbero evitare mettendosi in ascolto degli altri”

(Foto Vatican Media/SIR)

Il profeta non è “una sorta di mago che predice il futuro: questa è un’idea superstiziosa e il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri in piazza San Pietro, al quale – secondo la Gendarmeria vaticana – hanno partecipato circa 15mila persone. “Tanti, tanti cristiani vanno a farsi leggere le mani: per favore!”, l’appello a braccio di Francesco, secondo il quale il profeta “è ciascuno di noi: è colui che, in forza del battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo”. Di qui l’invito a “leggere il presente non come una cronaca, ma sotto l’azione dello Spirito Santo, che aiuta a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi”. In altre parole, il profeta per il Papa “è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni. Quindi tutti siamo profeti, testimoni di Gesù perché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale”. “È importante accoglierci a vicenda come tali, come portatori di un messaggio di Dio, ciascuno secondo il suo stato e la sua vocazione, e farlo lì dove viviamo, cioè in famiglia, in parrocchia, nelle comunità religiose, negli altri ambiti della Chiesa e della società”, l’invito di Francesco: “Lo Spirito ha distribuito doni di profezia nel santo popolo di Dio: ecco perché è bene ascoltare tutti. Ad esempio, quando c’è da prendere una decisione importante, fa bene anzitutto pregare, invocare lo Spirito, ma poi ascoltare e dialogare, nella fiducia che ciascuno, anche il più piccolo, ha qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere. Così si ricerca la verità e si diffonde un clima di ascolto di Dio e dei fratelli, in cui le persone non si sentono accolte solo se dicono quello che piace a me, ma si sentono accettate e valorizzate come doni per quello che sono”. “Pensiamo a quanti conflitti si potrebbero evitare e risolvere così, mettendosi in ascolto degli altri con il sincero desiderio di comprendersi!”, ha concluso il Papa: “Ciascuno di noi ha bisogno di imparare dagli altri”.

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