Diocesi: mons. Caiazzo (Matera), “se un figlio è dono di Dio non può essere preteso come diritto dei genitori”. No a “vita commercializzata con utero in affitto o maternità surrogata”

“Ogni figlio è un miracolo che apre il cuore dei genitori a Dio che si rende presente proprio attraverso questo grande dono; è una visita di Dio che si manifesta. E se un figlio è dono di Dio non ci può essere un figlio che è preteso come un diritto dei genitori”. Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Giuseppe Antonio Caiazzo, in occasione della solennità di Maria SS.ma della Bruna, patrona della città dei Sassi, che ha presieduto in cattedrale.
Nell’omelia. Il presule ha osservato che “quanto Gesù ci ha detto stamattina è fondamentale: bisogna metterlo al primo posto, prima di tutti gli altri affetti e della nostra stessa vita, per essere capaci di amarli con maggiore intensità e amare noi stessi”. “Questo – ha commentato – è il segreto della felicità generata in noi dallo Spirito Santo. Ecco perché Maria ed Elisabetta vivono l’esperienza della maternità custodendo i figli come dono di Dio”. “Dall’incontro di Maria con Elisabetta, come credenti, siamo invitati ad uscire dalla logica comune di pensare che un figlio è solo il prodotto della capacità biologica di generare”, ha ammonito mons. Caiazzo. “La visita di Maria a santa Elisabetta, quindi la festa della Bruna, ci insegna che la vita non può essere manipolata secondo gusti, desideri, o ancor peggio commercializzata e ordinata attraverso l’utero in affitto o la maternità surrogata”, ha proseguito l’arcivescovo, precisando che “come credenti, come devoti della Madonna, crediamo che la vita è sacra dal suo concepimento al suo morire, perché ogni vita nasce da una relazione d’amore tra un uomo e una donna. Relazione che manifesta quella di Dio con l’umanità alla quale ha affidato il compito di continuare ad essere con lui concreatrice”.
Mons. Caiazzo non ha voluto far mancare un pensiero ai “luoghi dove c’è la guerra, non solo quella in Ucraina, che stravolge ogni cosa, come il legame che unisce gli uomini in quanto fratelli, nella tratta di esseri umani disperati che vengono lasciati al loro destino per morire nei nostri mari”. “Ognuno – ha esortato – sull’esempio della Madonna della Bruna è chiamato a rendere sacro ciò che tocca per aiutare quest’umanità a vincere interessi di potere, avidità di ricchezze con l’industria delle armi e la vendita di esseri umani su barconi fatiscenti. Noi che amiamo la Madonna della Bruna vogliamo contribuire ad impedire la pianificazione del terrore, dell’ingiustizia, ritornando ai sani principi che i nostri padri ci hanno trasmesso: fedeltà all’amore, alla famiglia, all’accoglienza, alla fraternità, per essere portatori di pace e difensori della vita quale dono sacro di Dio”.

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