Cultura: Bergamo Festival, sabato incontro con Kostioukovitch per entrare “nella mente di Putin”. In serata il dialogo “Interpretare i conflitti, raccontare l’umanità”

(Foto: Bergamo Festival)

Sabato 1° luglio, alle 18, è in arrivo al Bergamo Festival la prima ospite internazionale: Elena Kostioukovitch, scrittrice e traduttrice in italiano e in russo, nata in Ucraina a Kiev, laureata a Mosca e dal 1996 naturalizzata italiana. “Che cosa ha spinto la Russia ad invadere un Paese che ha sempre definito ‘amico’ e a minacciare un conflitto mondiale?”: a questo cercherà di rispondere nell’incontro “Nella mente di Vladimir Putin”, dal titolo del suo ultimo libro per La Nave di Teseo (2022), Elena Kostioukovitch che racconta una storia culturale inedita della Russia post-sovietica, per comprendere la nascita e la diffusione di un pensiero pericoloso che ha trovato in Vladimir Putin il suo alfiere, fino all’invasione dell’Ucraina. È la dottrina dell’Universo russo – uno Stato ideale dove riunire tutti i popoli russi “geneticamente superiori” –, una teoria alimentata dagli scritti di studiosi come Anatolij Fomenko e Aleksandr Dugin, celebrati in patria ma discussi dalla comunità scientifica internazionale. In dialogo con Carlo Dignola, giornalista de “L’Eco di Bergamo”, l’autrice ripercorrerà le azioni e le parole pronunciate dal leader russo fino ai momenti immediatamente precedenti all’invasione dell’Ucraina, per cercare di scavare più a fondo nelle motivazioni che possono sembrare solo politiche ed economiche, ma che forse nascondono molto di più. A seguire, alle 21 il dialogo a tre voci “Interpretare i conflitti, raccontare l’umanità” con Cecilia Sala, giornalista de “Il Foglio”, scrittrice e opinionista, Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista del “Corriere della Sera”, e Sergio Massironi, teologo e direttore di ricerca presso il Dicastero vaticano per lo il Servizio dello sviluppo umano integrale. Uno scenario internazionale profondamente destabilizzato richiede opinioni pubbliche consapevoli e attive. È questa la scommessa della democrazia, minacciata dalla rassegnazione a non capire o a subire gli avvenimenti come ineluttabili. Sul palco del Festival, tre generazioni in dialogo: una giornalista inviata nelle più incandescenti aree di crisi, uno storico fra i maggiori esperti di geopolitica del Paese e un teologo impegnato ad approfondire la piattaforma ideale di papa Francesco, raccolta nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. Tre sguardi a confronto, perché la complessità si interpreta solo combinando più punti di vista.

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