Ue: proposta una “strategia europea di sicurezza economica”. Ambiti a rischio: energia, informatica, tecnologia

La Commissione europea e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera hanno pubblicato oggi una comunicazione congiunta su una “strategia europea di sicurezza economica”. La comunicazione (che avvia un dialogo interistituzionale e che verrà presa in esame dal Consiglio europeo nella riunione del 29-30 giugno) “si concentra sulla riduzione al minimo dei rischi derivanti da determinati flussi economici nel contesto di crescenti tensioni geopolitiche e di accelerati cambiamenti tecnologici, preservando al tempo stesso i massimi livelli di apertura economica e dinamismo”. La strategia proposta definisce, secondo la Commissione europea, “un quadro comune per raggiungere la sicurezza economica promuovendo la competitività dell’Ue”. I rischi presentati da alcuni collegamenti economici “stanno evolvendo rapidamente nell’attuale contesto geopolitico e tecnologico e si fondono sempre più con i problemi di sicurezza. Questo è il motivo per cui l’Ue – chiarisce la comunicazione – deve sviluppare un approccio globale per l’identificazione, la valutazione e la gestione comune dei rischi per la sua sicurezza economica”.
La Strategia propone di effettuare una valutazione approfondita dei rischi per la sicurezza economica in quattro aree: rischi per la resilienza delle catene di approvvigionamento, compresa la sicurezza energetica; rischi per la sicurezza fisica e informatica delle infrastrutture critiche; rischi legati alla sicurezza tecnologica e alla perdita di tecnologia; rischi da dipendenze economiche o da coercizione economica.
La strategia stabilisce inoltre come mitigare i rischi individuati attraverso un triplice approccio: “promuovere la competitività dell’Ue, rafforzando il mercato unico, sostenendo un’economia forte e resiliente, investendo nelle competenze e promuovendo la ricerca, la base tecnologica e industriale”; “tutelare la sicurezza economica dell’Unione attraverso una serie di politiche e strumenti esistenti e valutarne di nuovi per colmare eventuali lacune”; “collaborare con la più ampia gamma possibile di partner per rafforzare la sicurezza economica, anche promuovendo e finalizzando accordi commerciali, rafforzando altri partenariati, rafforzando l’ordine economico internazionale basato su regole e le istituzioni multilaterali, come l’Organizzazione mondiale del commercio, e investendo nello sviluppo sostenibile”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia