Venerdì Santo: Como, processione con il crocifisso. Card. Cantoni, “Dio non è relegato nel passato, è presente con la potenza del suo amore”

“Ancora una volta abbiamo ripetuto la tradizionale processione del Venerdì Santo, a cui, co-me comaschi, partecipiamo sempre numerosi. Vorrei aiutarvi a dare un senso pieno a questo evento, che non è solo un ricordo di un evento storico, di cui anche questa volta abbiamo fatto memoria, ma che porta in sé sempre nuovi significati, nuove provocazioni, per rispondere coscientemente alle sfide del tempo presente”. Lo ha affermato il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, alla tradizionale processione con il santo crocifisso. “Portando per le nostre strade l’immagine del Crocifisso risorto, abbiamo voluto affermare che Dio non è relegato nel passato. Egli è sempre presente con la potenza del suo amore. Agisce da Signore e con i suoi appelli non ci lascia vagare nel buio, nel contesto storico in cui viviamo. Anzi, il Signore ci precede, ci apre la strada, ci illumina il cammino. Dio continuamente agisce, spesso in modi silenziosi, tanto che l’uomo non se ne avvede”.
Il cardinale ha osservato ancora. “È oggi il tempo in cui Dio ci visita, anche se l’uomo si crede così autonomo da poterne fare a meno di Lui. Crede di essere così libero da poter relegare Dio tra i ricordi del passato, o nel tempo nostalgico della propria infanzia, essendo egli oggi diventato maggiorenne. Dio, però, non si stanca, non abbandona i suoi figli amati”. Quindi l’esortazione: “Non essere indifferente, ci ricorda ancora il Signore, ma assumiti le tue responsabilità nei confronti dei tuoi fratelli, del contesto sociale comunitario in cui vivi, che ha un volto, una storia, una missione”. “Come nel lontano 25 marzo 1529 si sono miracolosa-mente sciolte le catene al passaggio del Crocifisso, nel borgo di San Bartolomeo, così vogliamo credere che il Signore anche oggi è passato tra noi, per sciogliere le nostre catene inique attuali, che bloccano i nostri sentimenti migliori, che ostruiscono le nostre relazioni e ci impediscono di costruire progetti di pace e di realizzare una vera fraternità, così da rendere il nostro vivere insieme una realtà pienamente vivibile, più umana e più pacifica”.

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