Cinema: anteprima di “La quattordicesima domenica del tempo ordinario” di Pupi Avati. Il regista, “parla di me, della mia vita”

“Il titolo rimanda a una data precisa, al 24 giugno 1964: la data delle mie nozze”. È quanto afferma il regista-sceneggiatore Pupi Avati presentando a Roma il suo nuovo film “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”, una produzione Duea Film, Minerva Pictures in collaborazione con Sky, nei cinema italiani in 300 copie dal 4 maggio con Vision Distribution. Nel cast Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick Russo e Cesare Bocci. Le musiche sono firmate da Sergio Cammariere e Lucio Gregoretti.

“Il tempo ordinario – ha sottolineato il regista – indica quel momento del calendario liturgico in cui generalmente ci si sposa. E quel giorno di giugno del 1964 rappresenta per me una grande felicità: dopo quattro anni di corteggiamento la ragazza più bella di Bologna finalmente diventava mia moglie. E questo mi lasciava intendere che potesse garantirmi una gioia duratura”. Avati ha poi proseguito: “Avevo la sensazione che nella mia filmografia mancasse un’opera simile, così ‘autentica’, di confidenze. Pertanto ho realizzato questo film, dove c’è molto di me, della via vita. A ben vedere, mi capita spesso di sovrapporre cinema e realtà: i due ambiti si mescolano, li confondo”.
“La quattordicesima domenica del tempo ordinario” è ambientato nella Bologna degli anni ’70, seguendo la storia di Marzio (Lodo Guenzi), Samuele (Nick Russo) e Sandra (Camilla Ciraolo). I due ragazzi sognano un futuro nella musica fondando il gruppo “I Leggenda”, mentre Sandra ha come obiettivo la moda. I loro percorsi si intrecciano, alternando pagine di amicizia e amore. Con il passare del tempo i sogni mutano di tonalità e forma… Trentacinque anni dopo, Marzio (Gabriele Lavia), Samuele (Massimo Lopez) e Sandra (Edwige Fenech) si ritrovano, facendo i conti con guadagni e (non pochi) irrisolti. “Il film racconta la storia di un fallimento – ha affermato sempre Avati – perché di fatto ci sentiamo tutti un po’ ‘falliti’ rispetto ai sogni custoditi da ragazzi”. L’opera è anche un viaggio nelle pieghe della memoria del regista, nella tenerezza dei suoi ricordi. Avati ha rimarcato che quel chiosco di gelati a Bologna che è in apertura del film e che torna più volte nella storia “oggi non esiste più. Me lo sono portato con me a Roma, dentro di me. E sogno di tornare sempre lì, di sedermi a quel tavolino”.
Il cantante del gruppo Lo Stato Sociale, Lodo Guenzi (visto in “Est” del 2020 e “Improvvisamente Natale” del 2022), ha commentato così la sua partecipazione al film: “I poeti hanno questo trucco: scrivono una cosa per loro e ti fanno credere che parli della tua stessa vita. Così è il film di Pupi Avati”. Assente dalle scene da sette anni, Edwige Fenech sottolinea la sua emozione per il ritorno sul grande schermo: “La proposta di Pupi Avati è arrivata come un miracolo. Avevo deciso anni fa di smettere con la recitazione. E invece è successo l’impensabile. Mi sono messa a saltare di gioia quando ho ricevuto la chiamata. Questo ruolo, di Sandra adulta, lo attendevo, proprio per la fase della vita in cui mi trovo. Un vero miracolo”. Infine, il musicista Sergio Cammariere: “Qualche anno fa avevo dichiarato a un giornale che un mio grande desiderio era lavorare con Pupi Avati. L’ho incontrato per caso tempo dopo e lui si ricordava delle mie parole così mi ha coinvolto nel progetto. Abbiamo iniziato a lavorare insieme: Pupi ha scritto il testo della canzone che è il perno della storia, mentre io ho composto la melodia. Abbiamo costruito il brano piano piano, scambiandoci aggiornamenti su WhatsApp”. Concludendo, Cammariere ha sottolineato: “Nella mia carriera ho fatto molti lavori per il cinema, ma considero questa collaborazione con Pupi Avati la più importante”.

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