Malaria: Medici con l’Africa Cuamm, “in prima linea per prevenzione, diagnosi e trattamento della malattia”

(Foto: Nicola Berti per Medici con l'Africa Cuamm)

Martedì 25 aprile, nel mondo, si celebra la Giornata mondiale della malaria che, come si legge dai dati resi noti dall’Organizzazione mondiale della sanità, presenta i numeri più allarmanti in Africa. Medici con l’Africa Cuamm, in tutti i Paesi in cui opera, ad ogni livello, dall’ospedale ai centri di salute, fino ai più remoti villaggi, si impegna per dare il proprio contributo nel processo di prevenzione, diagnosi e trattamento della malaria. Solo nel 2022, da 6 degli 8 Paesi in cui opera, (precisamente da Etiopia, Centrafrica, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda), sono arrivati dati importanti: 1.666.785 sono stati i casi di malaria trattati, di cui 744.182 bambini con meno di 5 anni.
In Sud Sudan, a livello comunitario, nel 2022, il Cuamm ha sostenuto ben 924 operatori sanitari comunitari, che hanno operato in 11 contee, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione, diffondere buone pratiche di prevenzione e individuare i casi più gravi. Nell’anno passato, hanno fornito 143.720 trattamenti contro la malaria e hanno raggiunto 282.718 persone con messaggi di educazione sanitaria. Inoltre, le 103 strutture sanitarie supportate dal Cuamm hanno riportato 665.114 visite ambulatoriali, mentre i 4 ospedali, 131.412 e circa il 50% di questi pazienti sono stati trattati per malaria.

(Foto: Nicola Berti per Medici con l’Africa Cuamm)

“Qui a Lui, in Sud Sudan, la malaria colpisce tutti, indistintamente. Ora, in ospedale, per esempio, ci sono tre malati che hanno più di 70 anni. Ma più di tutto colpisce i bambini piccoli, le donne in gravidanza e gli immunodepressi, a causa di altre patologie”, dice Stefano D’Aquino, impegnato presso l’ospedale di Lui, che aggiunge: “In ospedale stiamo ridando molta spinta alla Ipt (Intermittent Preventive Therapy), ovvero far prendere la profilassi antimalarica alle donne in gravidanza dalla dodicesima settimana in avanti, per circa 4 volte al mese. Questo permette di salvare molte mamme e bambini”.
In Uganda la lotta alla malaria si concentra principalmente in 11 distretti della Karamoja e nei Distretti di Oyam e Kolo (regione di Lango) dove il Cuamm opera per prevenire, diagnosticare e trattare la malaria, oltre che sensibilizzare le comunità.
Nei distretti di Oyam e Kole, nella regione di Lango, nel Nord dell’Uganda, è in corso un progetto specifico: “Erase – Rise against malaria project – Supporto alla prevenzione, diagnosi e trattamento della malaria nel contesto della pandemia di Covid-19”. I distretti di Oyam e Kole presentano un’incidenza del tasso di malaria superiore alla media nazionale, con rispettivamente 407 nuovi casi per 1.000 abitanti in Oyam, e 361 a Kole, contro una media nazionale ufficiale di 289 nuovi casi per 1.000 abitanti.
Attenzione particolare viene data alle donne in gravidanza. Francesco Vladimiro Segala, specializzando in Malattie infettive, da poco rientrato all’Africa, racconta: “L’Oms stima che un terzo delle donne gravide che vivono in Africa sub-Sahariana contragga l’infezione nel corso della gestazione. Questo dato in Uganda, probabilmente, è ancora più elevato, trattandosi del terzo Paese al mondo per incidenza di malaria. Occuparsi di malaria in gravidanza è importante perché, oltre a essere una patologia che mette a rischio la vita di tante donne, una parte di questi casi diventa malaria placentare. La malaria placentare è una condizione che ostacola lo sviluppo del feto e che si traduce in nascita di bambini prematuri o sottopeso”.

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