Sanità: Cartello sociale Agrigento, “servizi sanitari senza standard minimi di civiltà”

“Bene riparare gli ascensori ma c’è ancora tanto da fare al San Giovanni di Dio”. Lo scrive in una nota il Cartello sociale della provincia di Agrigento, in merito all’Ospedale “San Giovanni di Dio”. “È trascorso quasi un mese dalla data in cui abbiamo chiesto un incontro al dottor Zappia per fare il punto sulla situazione della sanità agrigentina anche alla luce di alcune vere e proprie emergenze come ad esempio il pronto soccorso che versa in condizioni drammatiche per chi ha la sventura di doverlo frequentare”, prosegue la nota.
Un’occasione in cui il Cartello aveva “fatto notare come, al di là delle dichiarazioni prima del voto da parte del presidente della Regione, sia mancata quella particolare attenzione, come preannunciato, alle aree di emergenza territoriale, per evitare lunghe attese, a volte in situazioni logistiche che mortificano la dignità umana”. “Avevamo fatto notare altresì come molti interventi finanziati con il Pnrr avrebbero potuto garantire la creazione di nuovi reparti d’emergenza oltre all’assunzione di personale – continua la nota -. Avevamo ancora evidenziato che i concorsi per assumere nuovi medici vanno deserti, specie negli ospedali di periferia e che le cause i di questo fenomeno sono molteplici. Avevamo anche sottolineato come sia urgente porre rimedio al pauroso vuoto venutosi a creare delle figure sanitarie che sono spesso causa dello sfogo di tanti cittadini esasperati per un servizio insufficiente contro il personale sanitario. Avevamo posto l’attenzione sulla medicina del territorio inesistente, considerato che addirittura si chiudono persino i pochi presidi nei comuni e la cosiddetta continuità assistenziale diventa un miraggio, vedi tra gli ultimi comuni a non avere più assistenza Naro, Castrofilippo, Aragona”. Il Cartello, infine, auspica che “il direttore dell’Asp di Agrigento possa trovare il tempo per un momento di confronto sui temi richiamati al fine di scongiurare azioni di mobilitazione popolare atte a rivendicare servizi sanitari con standard minimi di civiltà”.

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