Caso Orlandi: avvocato Sgrò, “Pietro Orlandi non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona”, “ricerca della verità è atto di coraggio del Papa”

Pietro Orlandi “non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona, lo ha ribadito al Promotore, lo ha anche scritto un una memoria che ha depositato durante la sua deposizione. Egli ha chiesto solo che la ricerca della verità non abbia condizionamenti”. A precisarlo, in nome e per conto del suo assistito, è l’avvocato Laura Sgrò. “Spiace che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni”, si legge in un comunicato diffuso oggi: “Spiace, altrettanto – prosegue Sgrò, che pur senza citarlo sembra fare riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal card. Stanislao Dziwisz, il quale in un comunicato diffuso ieri sera aveva definito alcune affermazioni del fratello di Emanuela Orlandi, a proposito di un presunto coinvolgimento nella vicenda di Giovanni Paolo II, “ignobili affermazioni” e “accuse farneticanti, false, criminali” – che, tra coloro che lo accusano a mezzo stampa di ledere la memoria di ci non c’è più, vi sia anche chi, contattato negli anni numerose volte dal signor Orlandi, si sia sempre sottratto a un confronto autentico e sincero con lui”. “Il signor Orlandi – l’incipit del comunicato – ha accolto con sentimenti positivi la volontà del Santo Padre di avere dato al Promotore di Giustizia, professor Alessandro Diddi, massima libertà di azione per indagare ad ampio raggio, senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla sulla scomparsa di Emanuela Orlandi”. Durante l’incontro di martedì scorso, precisa Sgrò, il suo assistito “ha ritenuto, accogliendo l’invito del Santo Padre di volere fare piena luce sulla vicenda, di condividere con gli inquirenti tutte le informazioni in suo possesso. Tutte, nessuna esclusa. In quest’ottica ha messo a disposizione del Promotore di Giustizia quanto di sua conoscenza, anche i fatti più scomodi, appresi nel corso degli anni, lasciando ovviamente agli inquirenti le valutazioni e gli approfondimenti necessari per verificarne la fondatezza”. “La ricerca della verità – la conclusione del comunicato – è un atto di coraggio e il Santo Padre ha manifestato di volere percorrere con forza questa strada. L’augurio è che questo atto straordinario, ma doveroso, non appartenga solo a Sua Santità”.

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