Terremoto in Turchia e Siria: mons. Kmetec (vescovi turchi) su nave salpata ieri da Napoli con gli “aiuti” di Papa Francesco, “è la speranza che viene dal suo amore per l’umanità sofferente”

Mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca (Foto Sir)

“Rappresenta la nave della speranza. La possiamo paragonare alla nave di Noè. E’ la speranza che viene dalla nostra fede e dall’amore di Papa Francesco per l’umanità, per ogni persona che soffre. Il suo amore riflette l’amore della Chiesa, l’amore di Cristo per ogni essere umano”. Ad esprimere con queste parole la gratitudine del popolo turco a Papa Francesco è mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca. Ieri è partita dal porto di Napoli è una nave, la Msc Aurelia, che arriverà a Iskenderum in Turchia. A bordo, oltre agli aiuti del governo italiano e di altre organizzazioni non governative, ci saranno 10.000 magliette termiche che il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, ha portato personalmente nel capoluogo campano. Gli indumenti sono destinati al campo profughi di Kilis, in Turchia, a 50 km da Gaziantep e a 60 km dalla città siriana di Aleppo. Raggiunto telefonicamente dal Sir, mons. Kmetec commenta: “questa nave attraverserà il Mediterraneo e la distanza che separa i nostri due continenti ma porterà aiuto concreto. Significa che l’amore non è espresso solo a parole ma anche in concreto e va incontro alle necessità”. Il presidente dei vescovi turchi racconta la solidarietà che è scattata a seguito del terremoto de 6 febbraio. “Si sta facendo il possibile, ognuno per la sua parte, per aiutare la popolazione colpita e cercare soluzioni”. Ma la situazione è critica. Secondo l’agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad, sono almeno 36.187 le persone che hanno perso la vita in Turchia a causa del terremoto che ha colpito il sud-est del Paese e il nord-ovest della Siria il 6 febbraio scorso. “Le città – racconta da Smirne mons. Kmetec – sono distrutte, la gente vive fuori dalle case. La prospettiva della ricostruzione è lunghissima. Ci preoccupa non solo la ricostruzione delle case ma anche la ricostruzione della speranza nelle persone che oggi hanno perso tutto, anche i propri cari”. Secondo i dati dell’Unicef, sono oltre 7 milioni i bambini colpiti dal sisma nelle province turche e siriane che hanno bisogno di soccorsi e di condizioni di vita adeguate. Il pensiero del presidente dei vescovi turchi va a loro. “Abbiamo particolarmente a cuore la situazione degli orfani, dei bambini rimasti senza papà e mamma. Dobbiamo fare in modo che non entrino in percorsi pericolosi ma trovino vie di accoglienza sicure in modo che possano continuare la loro vita in contesti umani e positivi”. In tutta la Turchia, in questo momento, la piccola chiesa cattolica è impegnata a trovare e distribuire aiuti alla popolazione più colpita. Mons. Kmetec parla della situazione di criticità a Iskenderun dove “manca l’acqua potabile. Stiamo pensando a progetti da avviare nelle parrocchie e nelle comunità per sostenere Caritas Turchia e aiutare concretamente le persone anche a superare lo choc post traumatico vissuto con il sisma. La “nave” di Papa Francesco in questo momento rappresenta un grande segno. Ci conferma che è vero quello che dice papa Francesco, che le periferie sono comunque e sempre nel cuore della Chiesa”.

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