Nicaragua: dalle Nazioni Unite nuovo appello per la liberazione del vescovo Álvarez

Due relatori delle Nazioni Unite hanno chiesto al Nicaragua di liberare il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez, in carcere dall’agosto 2022 e unico a non aver beneficiato dell’accordo con il Vaticano per il rilascio dei sacerdoti recentemente detenuti nell’ondata di repressione contro la Chiesa cattolica. Lo riporta il sito indipendente “100% Noticias”.
La relatrice delle Nazioni Unite per la libertà di espressione, Irene Khan, e la sua omologa per la libertà religiosa, Nazila Ghanea, hanno lanciato questa richiesta in una dichiarazione, dopo che il 18 ottobre sono stati rilasciati altri 12 sacerdoti cattolici in Nicaragua. Hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione del vescovo, che è detenuto in isolamento e in condizioni che, a loro dire, violano gravemente le cosiddette “Regole di Nelson Mandela” (stabilite dalle Nazioni Unite, che stabiliscono i principi minimi per un trattamento dignitoso dei prigionieri). I relatori hanno inoltre espresso preoccupazione per “i modelli sistematici di attacchi nei confronti dei membri della Chiesa cattolica e di altre confessioni religiose da parte delle autorità nicaraguensi”.
Le due referenti Onu hanno anche ricordato che dal 2022 le autorità nicaraguensi hanno cancellato lo status giuridico di almeno 1.000 organizzazioni, tra cui più di 320 organizzazioni religiose. Il meccanismo per il riconoscimento dei prigionieri politici ha denunciato le drammatiche condizioni di detenzione e le gravi violazioni dei diritti umani dei 91 prigionieri politici del regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo in Nicaragua. Dei 91 prigionieri politici, 17 sono donne e 64 uomini, tra cui 10 prigionieri politici detenuti prima del 2018. Otto persone sono state aggiunte alla lista nell’ultimo mese. Tra il 1° settembre e il 31 ottobre 2023, sono state registrate 24 detenzioni arbitrarie per possibili motivi di persecuzione politica. Di questi arresti, quindici persone sono state rilasciate, ma almeno nove rimangono in carcere.

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